Building Bridges, ‘Il ponte di mani’, è la nuova e ormai famosa opera dello scultore italiano Lorenzo Quinn, seguito della sua precedente installazione del 2017 ‘Support’, le gigantesche mani che sostengono l’Hotel Ca’ Sagredo. Luogo del progetto artistico anche quest’anno è sempre Venezia, la ‘città dei ponti’ per eccellenza e Patrimonio Mondiale dal 1987.
Con Building Bridges Lorenzo Quinn arriva alla più grande installazione artistica da lui mai realizzata: un’opera colossale alta quindici metri e lunga circa venti. Più di trecentocinquanta le persone che hanno lavorato a questo progetto internazionale a tout court: tre paesi coinvolti – Spagna Italia e Inghilterra – per costruire l’installazione destinata alla Biennale di Venezia 2019.
Il risultato è un monumentale ponte di mani all’interno dell’Arsenale Nord della Serenissima.
Le mani si intrecciano e ognuna di esse assume un valore universale da diffondere. Il detto ‘l’unione fa la forza’ non è per niente scontato: per costruire qualcosa di importante per la società, c’è bisogno di cooperazione e impegno condiviso.
I messaggi racchiusi in queste strette di mani sono quindi molto forti perché vogliono gridare al bisogno di collaborazione per affrontare il cambiamento. Pertanto, ci vuole speranza, fede, saggezza, aiuto, amicizia e soprattutto amore.
Un’opera che riflette la necessità della società contemporanea di trovare pace e comunanza per permettere l’incontro tra culture e il superamento delle barriere.
Per Lorenzo Quinn la rappresentazione delle mani in quest’opera non è casuale: con le mani ci si esprime, si costruisce, si crea e la loro unione provoca qualcosa di emotivamente forte nelle persone.
Perciò l’artista spera con questa installazione, che sarà visibile fino a novembre 2019, di raggiungere più persone possibili, con lo scopo di sviluppare un dialogo costruttivo per affrontare i cambiamenti e costruire insieme un futuro migliore.
Marta Colangelo