È ora di cambiamenti! I designer di Ventura Future lanciano un messaggio chiaro.
Anche quest’anno l’evento espositivo di Ventura Future durante la Design Week di Milano ha dato spazio a linguaggi sperimentali e prodotti innovativi: quale location migliore per farlo se non quella di BASE, luogo d’incontro tra industrie culturali creative?
Noi de Il Polo Positivo abbiamo incontrato alcuni dei protagonisti di questa edizione 2019, dove temi centrali delle nostre interviste sono stati soprattutto sostenibilità e riciclaggio.
Tra i primi a parlarne, il designer olandese Diederik Schneemann e la sua collezione Cherished, un progetto che ingloba in sé il concetto di collezionismo e non spreco. «La dedizione per la raccolta di oggetti di vita quotidiana, come vecchie scatole di fiammiferi e cartoline, può essere utile a creare oggetti di design sorprendenti. La realtà assume un nuovo significato se ci mettiamo amore!» ci spiega l’espositrice Dorona Alberti.
Alcuni invece hanno fatto leva sulla sostenibilità dell’artigianato in contrasto con le produzioni di massa, come il designer indonesiano Edwin Chairman di Pusaka Collection: i suoi prodotti sono gioielli d’argento sterling riciclato di raffinata e antica manifattura indonesiana.
Sempre in tema di sostenibilità è il progetto Clothes Mothes Services della giovane designer italiana Chiara Tommencioni, studentessa del Central Saint Martins College of Art and Design di Londra. Il progetto si pone l’obiettivo di risolvere il problema degli scarti prodotti dall’industria tessile: «ho collaborato con il dipartimento di biologia materiale dell’Università di York per analizzare gli enzimi che si trovano all’interno dell’apparato digestivo delle tarme, che sappiamo nutrirsi di lana. Se noi riuscissimo a rendere riproducibili questi enzimi potremmo sfruttarli per riparare e riciclare i tessuti».
Altra visione ambiziosa ma altrettanto significativa è quella della designer olandese Matilde Boelhouwer, il cui progetto Insectology: Food for Buzz trae ispirazione dal drastico declino della presenza di insetti nell’ambiente: «ho realizzato cinque diversi fiori artificiali per ogni specie di insetto pronubo. La sempre più frequente scomparsa di aree verdi in città non facilita l’impollinazione, processo importante nel nostro ecosistema. Questi fiori artificiali generano risorse naturali nell’ambiente e permettono ad api e farfalle di riprendere il loro svolazzare di fiore in fiore».
Anche il mondo del design dunque, come tante altre discipline, sta iniziando a prendersi cura dell’ambiente tramite metodi di auto-sostentamento.
Marta C.
© Credit immagini: Courtesy di Mael Henaff e Marta Colangelo