Gli Eugenio in Via Di Gioia, con la loro Non ancora, invitano a non fare bilanci, a smetterla con le prospettive, mettersi in gioco e osare.
Il giovane ed emergente gruppo musicale di Torino parte da una quotidianità di impegni fissati da qualcun altro, fondata sul non rischiare troppo. La stella polare è la paura di rimanere delusi. Evitare brutte sorprese.
Tutto è – paradossalmente – percepito come un invito a restare fermi (lanciamo i dadi ma non andiamo avanti). C’è sempre qualcosa di meglio che (forse) vale la pena aspettare.
Sono gli ‘Eugeni’ a scuoterci chiedendoci con forza di uscire dal loop degli specializzandi all’infinito. Ci sarà sempre qualcosa di non preventivato che metterà in crisi, ma va affrontato! C’è di più: spiegano, con grande semplicità, come fare i conti col così detto ‘effetto Dunning-Kruger’ che teorizza la costante contrapposizione tra l’ignoranza (di chi parla senza sapere) e la conoscenza (di chi, pieno di dubbi e indecisioni, rimane in silenzio aspettandosi negli altri un grado di comprensione [e di giudizio] almeno equivalente al proprio). Più ci avviciniamo e meno mettiamo a fuoco.
Il brano, implicitamente, ricorda che non avrebbe senso studiare senza condividere, proprio come seminare senza raccoglierne i frutti!
Il rischio, allora, non è perdere tempo, ma vederlo, all’improvviso e irrimediabilmente, scadere. Assistere a decisioni prese da altri; subire scelte che riguardano la società e il mondo. Puniti (in)giustamente, magari proprio da chi, l’altra faccia della medaglia, non riceve alcun feedback che lo convinca della necessità di migliorarsi.
Una canzone che implora di agire, ora e subito, ciascuno per le proprie competenze, perché, al contrario, aspettando che un giorno il clima sia migliore il rischio è ritrovarsi tutti in riga con le teste chine, marci(and)o senza aver avuto un fine.
Stefano C.