La Symphonic Taxi Orchestra è un’orchestra inclusiva, composta da ragazzi con disabilità, insegnanti, allievi e professionisti, che ha fatto il suo esordio in Valle d’Aosta nel 2018.
Il progetto è nato da un’idea di Marco Giovinazzo e Paolo Salomone, il primo dei quali spiega che «il nome dell’orchestra nasce da un vecchio progetto per i ragazzi con disabilità, che venivano a lezione in taxi per partecipare a un insieme di percussioni. I taxi erano quelli che l’Assessorato alla sanità mette a disposizione dei ragazzi con disabilità per portarli nelle varie attività extra-scolastiche».

Forse, però, è l’orchestra stessa ad essere diventata un taxi, dove chiunque può salire anche solo per una corsa, per mettersi in gioco in un’esperienza di vita oltre che di musica. «L’orchestra è nata per i ragazzi con disabilità», spiega Giovinazzo, «è diventata a tutti gli effetti un progetto che vuole crescere estendendosi a tutti i musicisti, valdostani e non, che abbiano voglia di fare un’esperienza inclusiva, dove la musica è un pretesto per stare insieme e per lavorare su molti fronti».
La regola è che chi aderisce partecipa alle prove come volontario, ricevendo poi un rimborso spese grazie alla vendita dei biglietti per i concerti. «Il messaggio che vogliamo far passare è che si tratta di un’orchestra aperta, dove tutti possono chiedere di suonare», continua Giovinazzo. In effetti, l’organico è davvero eterogeneo e vede affiancarsi agli allievi del laboratorio ‘Suono anch’io’ — del dipartimento disabilità della Scuola di Formazione e Orientamento Musicale della Valle d’Aosta — docenti della SFOM e dell’Istituto Musicale Pareggiato della Valle d’Aosta, volontari dell’APS Tamtando, neodiplomati e allievi di differenti scuole di musica. «Il concetto è che l’orchestra amatoriale è importante tanto quanto l’orchestra professionale. Abbiamo il sogno di far capire ai musicisti che far parte di questa orchestra non deve essere un’alternativa alla carriera professionale, ma un’esperienza parallela, anche perché l’impegno è piccolo».

La STO si è già esibita in sette concerti e, in parallelo, è stata accolta in diverse scuole per dare testimonianza di un modello virtuoso di inclusione e valorizzazione delle persone con disabilità. «Soprattutto quando andiamo fuori Valle veniamo invitati a proporre anche un concerto agli studenti, come è successo nell’ultima trasferta dello scorso settembre a Pordenone, per mostrare come la musica porti benefici a tutti quanti e come si possa stare sullo stesso palco con competenze diverse. Non è un progetto che vuole avere un profilo basso: attraverso la sfera musicale ed emotiva, che spinge a superare alcuni limiti, siamo arrivati per alcuni aspetti ad ottenere risultati molto importanti rispetto alle premesse iniziali».

D’altra parte, gli esperti di discipline come la musicoterapia e l’arteterapia dimostrano che la musica è un linguaggio che permette anche a chi ha difficoltà fisiche o motorie di esprimere le proprie emozioni. Inoltre, aggiunge Marco, «anche le famiglie sono contente, perché è un modo sano con cui i propri figli impiegano il tempo libero e crescono stando in orchestra, imparando le regole e facendo in modo di arrivare preparati alle prove. Anche per i musicisti professionisti è una lezione di entusiasmo: molte volte chi fa parte di questo mondo vive l’orchestra come un lavoro o un modo per pagarsi gli studi, qui invece c’è condivisione e siamo tutti insieme e tutti uguali, uscendo dalla classica gerarchia orchestrale. Qui ci aiutiamo l’un l’altro e ci mettiamo a disposizione anche per stravolgere le partiture in prova, se la situazione lo richiede: nel mondo della musica classica questo è fondamentale, per un approccio alla musica più aperto e più libero anche verso generi diversi».

D’altra parte, l’associazione Tamtando, di cui la STO fa parte, oltre ad essere attiva da anni nella cooperazione culturale — in particolare in Burkina Faso con il suo progettoaniké — è un punto di riferimento per il mondo delle percussioni etniche e della musica extra-europea. L’ultimo repertorio affrontato dalla STO, un adattamento della Suite per archi, xilofoni e vegetal percussions di Davide Sanson Photosynthesis, si caratterizza proprio per l’utilizzo di insolite percussioni naturali, dal legno ai fusti di canne e bambù. Un modo per superare ancora una volta i limiti della musica classica tradizionale e una performance da non perdere, nella prossima esecuzione all’Auditorium Città Studi di Biella il 24 marzo 2023.
Elena Del Col
© Credit immagini: link