“Ho conosciuto in biblioteca Marco e Onofrio […], ci vedevamo lì, giocavamo a carte e parlavamo delle nostre esperienze. […] Durante i pomeriggi, che erano sempre liberi, andavamo in giro a raccogliere informazioni, a conoscere la città, e abbiamo steso una decina di itinerai ‘insoliti’. Una Milano vista con gli occhi di chi cammina.”
Questo l’inizio dell’Associazione Gatti Spiazzati per come me la racconta Aldo Scaiano, attuale Presidente e ultimo co-fondatore rimasto di una realtà emersa con una pagina Facebook nel 2017.
“Siamo nati casualmente perché eravamo esodati con la nuova legge che aveva portato a 67 anni l’età per andare in pensione e ci siamo trovati in tre in difficoltà.” Pur avendo lavorato tanti anni e avendone maturati ben 48 di contributi, Aldo da un giorno all’altro si è trovato a dover fare i conti con il non avere un lavoro. E non era il solo.

Nei ritagli di tempo che aveva dall’insegnare informatica a titolo volontario, si è messo in marcia con due amici che, come lui, avevano voglia di esplorare la città nei pomeriggi vuoti passati al centro della Caritas.
“Andavamo in giro con l’unico intento di ascoltare, di non parlare, di provare ad attivare una conversazione […], in giro per una Milano come nessuno di chi ci vive la osserva nel quotidiano. Quando abbiamo iniziato, andavamo a curiosare, entravamo nelle portinerie, cercavamo nei bar le persone, gli anziani, ci facciavamo raccontare la loro storia e quella del quartiere. Abbiamo incontrato lavandaie di 92 anni, operai della Breda, dell’Ansaldo, che ci hanno raccontato il quartiere.”
Nasce così l’idea di strutturare gli itinerari in visite corali, che lascino spazio a guide turistiche specializzate, ma anche a cittadinə appassionatə di un argomento che, dopo aver studiato, si mettono in gioco nell’accompagnare un foltito gruppetto alla scoperta di una Milano diversa da quella proposta nei canonici tour della città. “É stato un crescendo, nel tempo si sono unite molte persone, tante anche guide cetificate, soprattutto durante il periodo del lockdown. Oggi non ci sono persone che vengono da una situazione di difficoltà, ma di entusiasmo.”

Le visite non si sono fermate durante il lockdown, ma anzi hanno trovato modo di coinvolgere anche tante guide il cui lavoro sembrava destinato ad un’attesa infinita. “Quando eravamo arancioni, avendo le cuffie anche a distanza di 40 metri da chi parla, potevamo girare in Milano con le mascherine. Erano dieci, quindici massimo, ma potevano andarsene a spasso per la città esplorando pertugi e raccontando storie.
Delle gite bellissime, che affascinano per la ricchezza di particolari e per la curiosità suscitata dai contenuti proposti, motivi per cui i Gatti nel tempo si sono ingranditi notevolmente, contando oggi più di 50 itinerari, qualcuno anche fuori città.
“Andiamo nei quartieri, nei posti più strani, oppure abbiniamo qualcosa di noto a qualcosa di non conosciuto. Andiamo anche fuori Milano, siamo stati a Lodi, Varese, a marzo andremo a Cremona, faremo anche una volta al mese fuori città.”

Le visite sono a contributo libero, si paga il biglietto in un museo qualora ci si entri, altrimenti sta a ciascunə scegliere quanto investire.
La cosa forse più bella dei Gatti spiazzati è il come gestiscono le loro entrate: “Rispetto all’inizio che eravamo tutti esodati, cinque di noi sono attualmente senza reddito […] e quindi loro hanno “Il privilegio”. Dalle entrate prima ci sono loro e dopo gli altri se hanno bisogno di qualcosa, oppure mettiamo da parte i ricavi se dobbiamo aggiornare qualche tecnologia come gli autoparlanti.”
Il palinsesto di febbraio? Sulla pagina Facebook tutte le gite in programma prossimamente!
Gaia Bugamelli
Che bello! Grazie per questo racconto
Io del gruppo dei gatti spiazzatti mi occupo dei vecchi tram 28 per i milanesi la carrelli perche mio papà a lavorato 33 anni in atm sempre al deposito ticinese dedicato ai martiri di Via Tibaldi.