A Vimodrone, nella periferia Milanese, a pochi passi dalla fermata della metro vi è una struttura insolita. A prima vista sembrerebbe un oratorio, ma poi si nota l’insegna: ‘Kayros’, termine greco che significa tempo opportuno.
La struttura è una comunità residenziale per giovani in difficoltà, un luogo dove i ragazzi possono riflettere e interrogarsi sul proprio futuro. Gli ospiti sono minori con precedenti penali, o ragazzi che stanno scontando in un modo alternativo la propria pena. La comunità si pone l’obiettivo di includere i ragazzi nella società, attraverso percorsi formativi e anche grazie a uno stretto rapporto con il territorio circostante.
Don Claudio Burgio, fondatore di Kairos nel 2000, è il cappellano del carcere minorile di Milano. Nel corso degli anni ha incontrato molti giovani in difficoltà aiutandoli nel cammino della loro vita. In particolare, ha costruito un’offerta di percorso alternativo per i ragazzi basato sulla formazione e sull’inserimento sociale e lavorativo.

La struttura offre diversi laboratori, tra cui quello di musica dove i ragazzi hanno manifestato particolare interesse per il rap e la trap. Generi musicali che permettono loro di far emergere ed elaborare la rabbia sociale che hanno sviluppato dall’infanzia, vivendo in quartieri con limitate opportunità di crescita e spesso poco presidiati dalle istituzioni. I brani da loro composti e pubblicati hanno superato ogni tipo di barriera culturale spopolando anche al di fuori della struttura, nonostante il linguaggio e i modi siano spesso aggressivi. Forse perché la denuncia sociale contenuta nelle canzoni rispecchia la vita non solo degli autori ma anche di una collettività più ampia. Tristemente è di questi giorni la notizia di due trapper, Simba La Rue e Baby Gang, che sono stati ospiti della struttura e che ora sono tornati in stato di arresto a causa di una rissa tra gang nella periferia milanese. La struttura è però pronta a ri-accoglierli perché, come recita anche la scritta all’ingresso della comunità, «Non esistono ragazzi cattivi».
E questo è anche il titolo del libro scritto da Don Claudio Burgio: Non esistono ragazzi cattivi, Esperienze educative di un prete al Beccaria di Milano. L’opera raccoglie le storie di sette persone e di come il loro incontro con Don Claudio e l’esperienza presso la comunità o nel carcere li abbia cambiati. Si racconta il prima e il dopo della loro vita, mostrando chiaramente che il cambiamento è possibile.
È difficile uscirne da soli, ma con i giusti stimoli e la forza di volontà si può sempre cambiare.
Andrea Antoniazzi
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