9 Euro Tickets: cosa bisogna sapere
Il biglietto a 9 euro è stata una strategia implementata quest’estate dal governo tedesco: un biglietto valido per tutta la stagione estiva sui trasporti locali in tutta la Germania. Gli obiettivi? La riduzione del consumo energetico e la diminuzione del costo della vita.
Secondo un sondaggio online di YouGov, società britannica internazionale di ricerche di mercato, su un campione di 2038 partecipanti con età pari o superiore a 18 anni, il 28% ha acquistato almeno una volta un biglietto da 9 euro, il 22% aveva già un abbonamento per i trasporti pubblici mentre il 31% dei partecipanti ha affermato di aver utilizzato frequentemente il biglietto da 9 euro su percorsi che normalmente avrebbero affrontato con l’uso dell’automobile.
È importante porre l’attenzione sul fatto che il biglietto a 9 euro ha aiutato tante persone da un punto di vista economico, anche per permettersi beni considerati normalmente superflui: per esempio molte famiglie hanno sfruttato il vantaggio economico derivante dal biglietto per andare in vacanza per la prima volta.
Il biglietto ha comportato vantaggi economici ma anche di salute per i cittadini tedeschi: i ricercatori dell’università di Potsdam hanno stimato che l’inquinamento atmosferico è diminuito del 7%.
Sempre in ambito ambientale, secondo VDV – la principale organizzazione di trasporto pubblico in Germania – i biglietti da 9 euro hanno portato a una riduzione dell’uso delle automobili con una riduzione delle emissioni di anidride carbonica di 1,8 milioni di tonnellate.
Il costo di questo biglietto non ha solo aiutato i cittadini stessi, ma ha anche favorito il turismo, dal momento che viaggiare per la Germania non era mai stato così economico.
Conseguenza negativa della manovra è stato invece il sovraffollamento dei treni con il conseguente obbligo dell’utilizzo della mascherina FFP2.
Il biglietto da 9 euro è stato solo un ‘esperimento estivo’, attualmente non è più utilizzabile, ma l’idea di continuare a investire sui mezzi di trasporto c’è: da questo mese Berlino ha lanciato un biglietto mensile a 29 euro fino alla fine del 2022. E vi sono altre possibilità in analisi a livello nazionale: un abbonamento annuale da 365 euro o un abbonamento mensile da 69 euro, ma con un costo giornaliero inferiore. Altre proposte puntano a calibrare il costo del biglietto in base al numero di viaggi che una persona ha intenzione di effettuare.
Un altro punto di vista
Diminuire il costo del biglietto per incrementare l’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblici è un buon inizio, ma non è la soluzione definitiva. Bisognerebbe anche tener conto dell’impatto ambientale di tali mezzi: perché non provare a investire su autobus a emissione zero?
Secondo uno studio di Transport & Environment, effettuato a inizio 2021 e basato sulle immatricolazioni dei nuovi E-bus, è emerso che in Italia solo il 5,4% degli autobus immatricolati nel 2019 era a idrogeno o elettrico, mentre in Germania la quota di autobus a zero emissioni è intorno al 6,3%. In cima alla classifica troviamo la Danimarca con 78% di nuovi E-bus, seguita da Lussemburgo (67%), Olanda (66%), Svezia (26%), Norvegia (24%) e Finlandia (23%). Tuttavia, del 70% delle nuove immatricolazioni europee nel 2019, afferenti ai maggiori acquirenti di autobus (Italia, Polonia, Germania, Regno Unito, Spagna e Francia), solo il 10% era a zero emissioni.
Da un punto di vista economico non è facile investire solo in autobus elettrici: il costo iniziale di un investimento su E-Bus è il doppio rispetto a un autobus diesel tradizionale e dopo circa otto anni comporta la sostituzione del pacco di batterie con un investimento di circa il 25% del costo iniziale. Tuttavia, sul lungo termine la sostituzione paga, non solo in termini ambientali: secondo alcuni studi gli e-bus rispetto agli autobus tradizionali a diesel comporterebbero un risparmio a lungo termine pari a oltre il 10%.
Forse, quindi, si tratta solo di fare queste scelte mettendole nella giusta prospettiva.
Marta Federico