Hands for adoptions, no profit per sostenere le adozioni internazionali

Chi siamo? Da dove veniamo? Perché siamo qui?

Con queste domande Paolo La Francesca, poliziotto torinese, nato in Brasile e cresciuto a Trapani, decide di mettersi alla ricerca della sua famiglia biologica. Lancia un appello sulla radio Rismar Santana, radio brasiliana di Bahia, la sua città natale, e dopo sei mesi di ricerca riabbraccia la sua mamma brasiliana.

Durante un intervento di lavoro in cui si trova a dirimere una lite tra un adolescente e la sua famiglia adottiva, decide di fondare Hands for Adoptions, un’associazione europea no profit che si occupa di adozioni internazionali. Insieme ad altri cinque giovani, Gaspare La Porta, Felipe Parisi, Livio Donato, Jyothi Aimino e Farhad Bitani, crea una realtà di supporto alle famiglie che decidono di adottare, soprattutto nella fase post-adozione. Nel 2019 il progetto prende forma ufficialmente. 

Fac ramumu ramus adoptet.

Fa che un ramo ne adotti un altro.

In questa frase di Ovidio il verbo adoptare assume il significato di innestare, che letteralmente significa «trasportare una parte gemmifera, staccata da una pianta, su di un’altra pianta radicata al suolo, allo scopo che si saldino insieme e quella possa svilupparsi su questa».

L’associazione, grazie alla collaborazione con esperti psicologi, sociologi e assistenti sociali, fornisce una rete di supporto alle famiglie e ai ragazzi che affrontano questo adoptare. L’idea di assistere le famiglie nella fase post-adozione risponde alla richiesta di aiuto che spesso queste fanno venendo lasciate sole nel momento più delicato del percorso.

Per rispondere alla richiesta di risalire alle proprie origini, aiutano, chi lo desideri, nella ricerca dei propri genitori biologici attraverso un sostegno pratico, tecnico e legale. Paolo, infatti, afferma che «circa l’80% delle persone adottate a un certo punto della propria vita desidera sapere chi è, quali sono le proprie origini».

A tal proposito, hanno intrapreso una battaglia legale per attualizzare le norme riguardanti l’adozione, soprattutto alla luce del fatto che l’Italia è il primo paese in Europa per adozioni internazionali.

L’adozione è un dono che va accolto, custodito e curato. E’ un percorso tortuoso che impatta su due realtà opposte: una che ha scelto e una che non l’ha fatto. L’intento di questa associazione è unire in un contesto di solidarietà e ascolto queste due posizioni.

Vorrei che un giorno
l’adozione fosse veloce
come un abbandono.

Adele De Pasquale

© Credit immagini: link

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