Leydy Pech, l’apicoltrice maya protettrice delle foreste dello Yucatan

Leydy Pech vive nello Stato di Campeche, nello Yucatán, in Messico. Qui più di 25 mila famiglie Maya dipendono dalla produzione di miele. Il Messico, infatti, è il sesto produttore al mondo di miele e il 40% della produzione proviene proprio dalla penisola dello Yucatán. Questa è un’area ricca di foreste pluviali che negli ultimi anni, con lo sviluppo dell’agricoltura industriale, ha subito la deforestazione, perdendo più di 38 mila ettari.

Nel Duemila, la Monsanto, multinazionale statunitense di biotecnologie agrarie, iniziò a coltivare in Messico soia geneticamente modificata in piccoli appezzamenti di terra. La soia Ogm usata dalla Monsanto era nota come Roundup Ready’, facendo riferimento alla tolleranza genetica programmata della pianta ad alte dosi dell’erbicida Roundup, a base di glifosato. Nel 2012, il governo messicano concesse alla Monsanto i permessi per piantare semi di soia Ogm in sette stati messicani.

Fu subito evidente che le colture di soia stavano contaminando il miele locale e che stavano minacciando l’approvvigionamento alimentare e ambientale della comunità Maya. Nel giugno 2012 Leydy Pech riunì apicoltori, organizzazioni e ambientalisti per dare vita a una coalizione contro il Governo messicano, per fermare le piantagioni OgmChiamavano in causa il governo perché né questo né la Monsanto si erano confrontati con le comunità indigene prima di approvare i permessi, violando così la Costituzione messicana.

Con questi dati si diede il via a una campagna sia di sensibilizzazione nelle comunità locali sia di informazione per i funzionari governativi a proposito degli impatti negativi della produzione di soia Ogm. Pech e le altre associazioni organizzarono dei seminari per lo scambio di informazioni e ricerche, firmarono petizioni e gestirono proteste in tutta la penisola dello Yucatán. Nel novembre 2015, la Corte Suprema del Messico stabilì all’unanimità che il Governo avrebbe dovuto avere l’obbligo di consultare le comunità indigene prima di piantare i semi di soia. La sentenza annullò i permessi della Monsanto, proibendo la piantagione di soia geneticamente modificata negli stati di Campeche e Yucatán. Nel settembre 2017 il Servizio alimentare e agricolo del Messico revocò il permesso alla Monsanto di coltivare semi di soia Ogm in ben sette stati. Con questa decisione il governo messicano, per la prima volta, intraprese un’azione decisiva e ufficiale per proteggere le comunità e l’ambiente dalle colture Ogm.

La forza e la dedizione di Leydy Pech sono state riconosciute in tutto il mondo. «Oggi è una giornata storica per il popolo Maya»ha dichiarato al conferimento del Goldman Environmental Prize nel 2020 – «Questo premio mi dà l’opportunità di dire al mondo che le terre dei popoli indigeni vengono loro strappate a causa delle mire dei grandi progetti estrattivi, dell’agroindustria, del turismo e di tutti coloro che rafforzano un modello di capitalismo che mette a repentaglio le risorse naturali e il nostro stile di vita. Chiedo a tutti i governi e i leader politici di creare modelli di sviluppo olistici che rispettino e riconoscano i diritti umani, l’autonomia e l’autodeterminazione dei popoli indigeni e del loro patrimonio ancestrale.» 

Marta Schiavone

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