La lista

Immersa nel trovar risposta alla domanda «Se potessi cambiare qualcosa del tuo corpo, cosa cambieresti?» decise di scrivere, sotto forma di lista, tutto quello che del suo corpo non le era mai piaciuto. La lista non ebbe nessuna difficoltà ad allungarsi, diventando un elenco carico di ripensamenti e riposizionamenti, che facevano del foglio un ammasso di parole scarabocchiate, frecce, cancellature e riscritture. Vi era un po’ di indecisione tra i classificati sul podio, perchè se era certo che le gambe corte andassero al terzo posto, per via dell’effetto ottico ottenibile con le scarpe giuste, non era ben chiaro se fosse la forma del naso a meritare il primo posto, oppure le rotondità voluminose (non certo scritte in questi termini) del suo ventre. Inoltre, la macchia sotto al mento e le caviglie a parer suo ‘elefantesche’, anche quelle reclamavano un riconoscimento nella classica delle possibili cose da cambiare. Ma come scegliere? 

In quella indecisione, nel gesto di chi posa la penna per prendere una pausa dai troppi pensieri, ecco che quella stessa penna stanca, ora ribelle, comincia a rotolare verso il bordo del tavolo, in un lancio di testa (o meglio, di punta) verso il pavimento. Con un gesto rapidissimo, vediamo a rallentatore la penna seguire la traiettoria dritta verso terra, la sedia indietreggiare facendo un rumore tremendo e un braccio pronto ad afferrare al volo la fuggitiva, con l’unico risultato – purtroppo – di una testa che batte, forte, contro il tavolo; ed è subito silenzio e buio. 

Nel nulla più assoluto, l’essenza più intima di lei si risveglia. Qual meraviglia percepire microscopici movimenti e flussi magnetici in quell’oscurità embrionale; e che stupore scoprirsi un ammasso di gioiose cellule che si riproducono in un ciclo quasi poetico, dando vita a ossa, muscoli, pelle e capelli, generando e scolpendo spigoli e concavità, modellando protuberanze e circolarità; quale incanto il prodursi di segni e macchie in luoghi remoti, inesplorati, e che sollievo sapersi un sistema di relazioni e connessioni, senza attributi e valutazioni.Le punte delle dita cominciarono leggermente ad agitarsi e le palpebre ripresero un leggero moto che preannunciava il risveglio. Ad occhi aperti, i pensieri erano spariti, mentre il bernoccolo in testa rimaneva, insieme alla sensazione che quella lista non aveva più alcun senso. 

Mishel Mantilla

© Credit immagini: link

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