Pizza, Mafia e Bunga-Bunga

È capitato a tutti, almeno una volta nella vita, di sentirsi appellati con queste parole mentre si è all’estero. Non per forza c’è cattiveria o ignoranza nell’interlocutore, ma sta di fatto che sebbene abbiamo 150 anni di storia, lotte imponenti come quella alla Mafia e più governi caduti dei ladroni di Ali Babà, oltre i nostri confini spesso siamo solo ‘Berlusconi, Bunga-Bunga, Spaghetti’. È lecito chiedersi: perché gli stereotipi spesso prendono il sopravvento su di noi? 

«Sebbene ci sia molto potenziale, l’Italia non si impegna per apparire a un pubblico internazionale. Negli altri paesi è normale che molte notizie siano scritte in inglese così da poter essere usufruite pure fuori confine. Alcuni premier per notizie importanti fanno conferenze direttamente in inglese, ad esempio». A parlare è Michela, 21 anni, studentessa di Scienze Politiche ad Amsterdam e fondatrice della pagina Instagram Spaghetti Politics: «Ho creato la pagina perché spesso volevo portare alla mia classe, composta prettamente da studenti stranieri, notizie riguardanti l’Italia. In inglese non ne trovavo e immaginavo che questo bisogno non fosse solo mio, allora ho deciso di dedicarmici. Ho notato che la politica italiana perde di interesse all’estero proprio perché non ci sono i mezzi per comprenderla».

Michela cerca con Spaghetti Politics di riempire uno spazio vuoto lasciato dall’informazione italiana. Un vuoto che fa nascere un profondo bisogno di farsi capire e di raccontare la complessità del nostro paese. Questo bisogno di pluralità e di dire ‘Ehi ci siamo anche noi’ è tipico dei giovani italiani, infatti tra gli oltre 100mila follower della pagina, il 90% sono italiani – soprattutto donne: 85% dei follower totali – tra i 20 ed i 25 anni. Gente come Michela che cerca di emanciparsi dai soliti stereotipi che ci opprimono, ripostando le notizie di Spaghetti Politics e cercando di dare all’Italia una visibilità maggiore. 

Michela – ph. Matteo Moretti Azzalli

La pagina nasce con l’ambizione di rimanere super partes, ma nella realtà dei fatti, come tutti quelli che fanno informazione, non ci riesce. Questo però Michela lo mette in chiare lettere sulla descrizione di Instagram: «Mi sono resa conto che anche se provo a dare una news senza opinioni, anche solo per come la riporto, esprimo un’opinione. Ora faccio in questo modo: prima tento di informare in maniera più neutrale possibile, poi do la mia opinione soggettiva».

Spaghetti non è solo un modo per dare voce ai giovani (con Michela spesso collaborano altri ragazzi), ma anche per dare spazio ad alcune notizie che in Italia passano in sordina. «Ci sono storie che non si sentono raccontare da noi, qui cerco di dedicar loro l’attenzione che meritano, infatti collaboro spesso con attivisti. I giornali italiani hanno il focus spesso concentrato solo sull’Italia, come se l’estero avesse meno importanza. Secondo me è fondamentale spiegare e far capire il contesto in cui ci muoviamo».

C’è un mondo fuori dal nostro guscio tricolore e noi giovani abbiamo le potenzialità e la voglia di farne parte. Uscire, però, significa confrontarsi, spendere energie e smettere di immaginarci come il centro dell’universo. È un percorso faticoso, forse, penseranno alcuni, è meglio starsene seduti a guardarsi l’ombelico e lasciare che la storia ci passi accanto a suon di ‘Pizza, Mafia e Bunga-Bunga’.

Tommaso Merati

© Credit immagini: Courtesy Michela Grasso

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