Dal 1994, il 5 ottobre è proclamato dall’Unesco Giornata mondiale dell’insegnante, finalizzata al miglioramento della condizione degli insegnanti in tutto il mondo.
Per avere anche solo una modesta idea di chi sia un insegnante si può prendere come riferimento il pensiero dello scrittore greco Nikos Kazantzakis:
«Gli insegnanti sono coloro che si offrono come ponti verso la conoscenza e invitano i loro studenti a servirsi di loro per compiere la traversata; poi, a traversata compiuta, si ritirano soddisfatti, incoraggiandoli a fabbricarsi da soli ponti nuovi»
Il termine ‘insegnare’ deriva dal tardo latino insignàre, ovvero incidere, imprimere dei segni nella mente. Imprimere dei segni vuol dire essere in grado di trasferire il proprio sapere, le proprie idee e abilità su un’altra persona, in modo tale che quest’ultima possa farne tesoro e usufruirne nel momento che riterrà più opportuno.

Citando la filosofa e saggista spagnola Maria Zambrano:
«Non avere maestro è come non avere a chi domandare e, ancora più profondamente, non avere colui al quale domandare a sé stessi; il che (significherebbe) restare chiusi all’interno del labirinto primario che in origine è la mente di ogni uomo; restare chiusi come il Minotauro, traboccante d’impeto senza via d’uscita»
Un insegnante è il nostro raggio di luce nel mezzo di un percorso ombroso, colui che consiglia quale direzione prendere nel momento in cui ci troviamo davanti a un bivio.
Un insegnante è un paracadute per i nostri adrenalinici salti nel vuoto che ci consente di poter atterrare senza farci male. In caso di smarrimento, se il nostro bivio si dovesse trasformare in un labirinto dal quale non sapremmo come uscirne, un insegnante sarà sempre in grado di guidarci e di consigliarci, in modo tale da poter intravedere quella luce in fondo al tunnel e ritornare sulla retta via.

Marta Federico