Oggi abbiamo incontrato Anna Georgoudis, Digital Strategy & UX Specialist del gruppo vincitore dell’hackathon EUvsVirus per la categoria support for digitally excluded lanciato dalla Commissione Europea per far fronte alle nuove sfide poste dal Covid-19. L’idea è stata selezionata tra le prime trenta e sarà presentata agli investitori durante il c.d. matchaton.
Come è nata l’idea di Smartphones4good e in cosa consiste?
‹‹Smartphones4good è un progetto di Aion Sigma Inc., una start-up finlandese. L’idea è nata da una semplice considerazione: ogni anno 200 milioni di smartphone sono venduti in Europa e più di 150 milioni vengono rottamati. In Africa 300 milioni di persone non hanno uno smartphone. Noi vogliamo ridistribuire l’eccedenza di smartphone esistente nei paesi occidentali tra le donne imprenditrici africane››.
‹‹La nostra idea consiste nel creare una piattaforma digitale dove le persone possono donare i propri smartphone (si tratta di telefoni che non vengono più utilizzati e che sono destinati alla rottamazione) e dove questi ultimi sono rivenduti. Il ricavato dalla vendita viene trasferito a partner locali e utilizzato per finanziare l’acquisto di nuovi smartphone direttamente nei paesi africani. Ci siamo infatti resi conto che spedire gli smartphone direttamente in Africa non aveva economicamente ed ecologicamente senso. Il partner locale si occupa anche di selezionare le donne destinatarie dell’aiuto e deve assicurarsi che lo smartphone venga effettivamente utilizzato.
Al momento abbiamo partner locali in Cameroon, Nigeria e Zambia e stiamo lavorando per poter operare anche in Ruanda e Mozambico››.
Qual è l’obiettivo del progetto?
‹‹Vogliamo principalmente aiutare le donne africane che hanno imprese o aziende agricole. Sono infatti queste ultime che contribuiscono al sostentamento di tutta la famiglia. La maggior parte di queste imprenditrici possiede già un telefono cellulare, ma non uno smartphone o comunque è senza accesso a internet; ed è molto costoso per loro comprarne uno nuovo››.
‹‹Soprattutto durante questa pandemia, ci siamo resi conto dell’importanza di avere uno smartphone: non solo per la possibilità di accedere alle informazioni di emergenza, ma anche per avere accesso a determinate risorse quali piattaforme di vendita online. Queste donne, infatti, non avendo altri sistemi di comunicazione, si sono trovate a non sapere come vendere i loro prodotti. Con uno smartphone potrebbero, come accade adesso nei paesi occidentali, fare le foto dei loro prodotti, postarle sui social network e continuare così a vendere››.
Quali sviluppi per il futuro?
‹‹Nel breve periodo S4G vuole dare una risposta concreta alla crisi causata dal Covid-19. Nel lungo termine vuole essere un progetto di supporto alle attività svolte dalle donne imprenditrici africane. Stiamo pensando infatti di inserire negli smartphone contenuti educativi che possano tornare utili nella gestione delle aziende.
L’idea sarebbe di installare automaticamente delle applicazioni sugli smartphone che dovranno essere in lingua locale e tenere conto del grado di analfabetismo››.
Una riflessione positiva?
‹‹Sono rimasta molto colpita dal fatto che, in situazioni di crisi come questa, ci sia da tutto il mondo la volontà di aiutare a trovare soluzioni che possano essere messe in pratica in breve tempo e soprattutto che ci siano istituzioni, in questo caso la Commissione Europea, che supportano certe iniziative. Un altro aspetto positivo, più personale, è stato di poter incontrare e lavorare con persone da tutto il mondo. Nel nostro team, ad esempio, sono presenti ben cinque nazionalità diverse››.
Piera Buccino Grimaldi