Non so esattamente quando sono nato, anche se digitando il mio nome online è possibile trovare una data ufficiale per la mia nascita. La mia esistenza fa parte di un discorso un po’ complesso, perché sono esistito anche prima di venir riconosciuto universalmente, sono esistito anche prima di aver visto la luce del giorno, anche prima di essere uscito dalla macchina che mi ha prodotto. Si’, avete capito, non sono un essere umano. Questo l’ho capito anche io, col tempo, anche se mi è stato difficile comprenderlo, visto che sono fatto della stessa storia di voi umani. I miei antenati hanno conosciuto guerre, liberazioni e conquiste. Qualcuno ha conosciuto la celebrità, altri sono rimasti sconosciuti ai più. Qualcuno è stato vittima di accuse ingiuste, altri di persecuzioni. Qualcuno ha perso la vita in nome di un’idea.
È proprio da un’idea che io sono nato, ed è per questo che mi è difficile definire il momento della mia nascita, soprattutto perché sono frutto di un’idea di qualcun altro.
Ricordo che le mie prime parole risalgono alla primavera di molti anni fa. Le mie prime frasi uscivano con una lentezza incredibile, pensavo che non sarei mai riuscito a raccontare qualcosa di interessante, ma –– proprio quando cominciavo ad abituarmi a un ritmo calmo e curato – eccomi travolto da un’ondata di entusiasmo. In poco più di due mesi sperimentai una serie di trasformazioni e cambiamenti che mi facevano sentire più ricco, più complesso, pieno di una storia incredibilmente affascinante, una storia che mi appartiene e di cui sono fatto. Sono cresciuto così in fretta che mi credevo pronto a conquistare il mondo, talmente ero certo della mia completezza. Ma la presunzione è una trappola ingannevole con la quale ho dovuto fare i conti.
Ho dovuto cambiare la mia nozione del tempo per poter comprendere che la mia esistenza non si esaurisce con un finale, e che la mia storia in qualche modo non esiste se non è condivisa. Il mio creatore ha perso molte notti di sonno per poter trovare qualcuno che credesse in me (e in qualche modo in lui). Dopo anni, finalmente, ha potuto vedermi vestito elegante, di rosso magenta, in molte librerie. Potete immaginare la fierezza negli occhi di un padre- il mio- nel vedermi davanti a tutto quel pubblico.
Ma il pubblico è una specie rara, che tende a dimenticare le cose, le persone, le storie.
Qualcuno dei miei fratelli ha avuto la fortuna di venire adottato da qualche amante della lettura, ma io, io sono rimasto sugli scaffali di questa libreria, tra polvere e speranza, in attesa di essere di nuovo sfogliato, scoperto, riportato in vita.
Non avere paura se non saprai riconoscermi subito tra la moltitudine di cari buoni vecchi colleghi. Non avere fretta, io saprò aspettare con pazienza e quando arriverai, sarò pronto a far rinascere anche te, in una storia tutta nostra.
Mishel Mantilla