European Heritage Volunteers: molto più che volontariato

Solidarietà, disponibilità e spirito di adattamento sono le parole chiave per iniziare un’esperienza di volontariato, nonché le ragioni che mi hanno spinta, in una calda giornata di agosto, a partire, zaino in spalla, per il sud dell’Albania. 

Sono partita con European Heritage Volunteers, associazione che ha l’obiettivo di promuovere volontariato ed educazione nel campo dell’arte. A convincermi sono state le modalità di azione: favorire la collaborazione fra giovani da tutto il mondo e le popolazioni locali al fine di preservare il patrimonio artistico e culturale di zone rurali o prive di fondi per la ricerca.

amantia 1

Questi aspetti hanno caratterizzato le mie settimane ad Amantia, gioiello archeologico sperduto tra le montagne albanesi, con densità abitativa che rasenta lo zero e ricezione telefonica inesistente. Lì ho imparato che il gallo canta tutte le mattine alle quattro, che gli scavi archeologici sono faticosi – soprattutto se nella vita studi giurisprudenza ed eviti ogni tipo di sport – ma che la soddisfazione di trovare nella terra ceramiche e monete vecchie di duemilacinquecento anni è impagabile. Ho imparato che non serve parlare la stessa lingua per capirsi, che vivere immersa nella natura non è così male, anche per una ragazza di città, che le stelle sono più luminose che mai (anche se i cani randagi sono pericolosi di notte) ma che è ancora più pericoloso rifiutare un bicchiere di raki offerto dal capo del villaggio, perché lì non si declina in nessun caso un gesto di ospitalità.

A imparare sono stati anche gli abitanti di Amantia. Dapprima intimiditi dalla presenza di 14 ragazzi stranieri, ci hanno tuttavia aperto le loro case, offrendoci il loro cibo e calandoci nella loro realtà. Ci hanno osservato lavorare sotto il sole per rivelare le bellezze che la necropoli di Amantia nasconde da ormai venticinque secoli e per preservare ciò che di essa resta, nonostante i recenti furti e atti di vandalismo. Perché quando manca la consapevolezza di ciò che si ha, è facile cadere vittima dell’avarizia o della noncuranza. Ma se un gruppo di ragazzi provenienti da tutto il mondo è disposto a dedicare la propria estate a un luogo quasi dimenticato, forse viene il dubbio che valga la pena di porre fine alla negligenza. Così, gli abitanti hanno preso coscienza del loro tesoro e ora sono il deterrente perfetto per ladri e criminali: il parco archeologico è di nuovo in buone mani.

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Con European Heritage Volunteers non si imparano dunque solo tecniche di conservazione, restauro ed estrazione di reperti antichi, ma anche che la collaborazione tra volontari e popolazioni ospitanti è la chiave per conservare la memoria e il rispetto delle tradizioni. Inoltre, lontana da internet e da qualsiasi forma di distrazione, tra la frenesia degli scavi e la pace che ti regala una cena in campagna, dove l’unica fonte di illuminazione nel raggio di chilometri proviene dalle lanterne sulla tavola imbandita di pietanze semplici ma saporite, ho avuto modo di condividere ogni istante con i miei compagni di viaggio, di creare con loro, nonostante le differenze, legami sinceri e profondi, e di riscoprire la mia cultura, condividendola e apprendendo al contempo quella dei volontari e dei locali. Dedicarsi agli altri e al patrimonio di cui disponiamo diventa così un’occasione di crescita a tutto tondo, forse il lato più bello dei progetti di European Heritage Volunteers

Federica Gattillo

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