The wall of kindness arriva in Europa, a Uppsala in Svezia. Trovata pubblicitaria di un’agenzia immobiliare, il muro della gentilezza ha riscosso subito un grande successo tanto che in molti si sono chiesti che origini abbia e in cosa consista esattamente.
In cima alla parete vi è un motto: «Prendi un cappotto se hai freddo. Lascia un cappotto se non lo usi più». Si tratta quindi di un sistema di charity tanto semplice quanto efficace: chi ha indumenti che non usa più può appenderli negli appositi spazi, in modo che chi ne ha bisogno possa prenderli e combattere il freddo svedese con qualche capo in più.
Questo tipo di beneficenza (in questo caso usata a scopo pubblicitario ma non per questo meno lodevole) ha le sue origini in Pakistan, nella città di Rawalpindi, nel contesto della religione islamica.
Non tutti sanno infatti che uno dei pilastri di culto durante il mese del Ramadan, è quello di mantenere una buona condotta e di praticare la carità. Il digiuno ha lo scopo di insegnare la compassione verso i poveri e i meno fortunati, proprio perché fa provare anche ai ricchi i morsi della fame. Durante questo periodo quindi nel paese si diffondono le più disparate attività di volontariato e assistenza, tra cui appunto i muri della gentilezza.
Questa idea è piaciuta particolarmente, tanto che in pochi anni si sono diffusi muri della gentilezza in India, Iran, Cina e adesso anche in Europa.
Attività simili ci sono già in Italia: da anni, per esempio, è attivo il servizio di staccapanni della caritas. Basta lasciare gli indumenti in buono stato che non si usano più negli appositi bidoni e i volontari provvederanno a recuperarli e consegnarli ai bisognosi.
Forse però manca qualcosa di così semplice e spontaneo, che senza intermediari conceda un aiuto diretto senza che venga richiesto: ci auguriamo, insomma, di vedere muri della gentilezza in ogni città.
Daniela R.
© Credit immagini: link + link + link + link + link + link