Vendere quadri per combattere le discriminazioni: Agnes Gund

La storia di questa domenica è una vicenda reale che trattiene però dentro sé elementi magici che la fanno assomigliare ad una favola.

La protagonista si chiama Agnes Gund: Agnes è una signora sulla settantina che viene da Cleveland, Ohio, nel cuore degli Stati Uniti. Se cercate il suo nome su Wikipedia, la prima definizione che troverete è ‘filantropa Americana e Collezionista di opere d’arte’ e proprio in queste poche parole si racchiude il senso della personalità e della battaglia che Agnes combatte tutti i giorni.

Provenendo da una città in cui la discriminazione e la segregazione razziale erano (e in parte sono ancora) radicate nella cultura dei suoi abitanti. Fin da piccola Agnes ha potuto toccare con mano le ingiustizie causate dal diverso colore della pelle. Crescendo si è fatta portavoce di un messaggio di giustizia sociale con cui mira a cambiare le cose negli Stati Uniti: il suo obiettivo è abbassare la percentuale di incarcerazione di massa che è frequentemente applicata verso gli individui della popolazione afro-americana.

Anche se siamo del 2018 infatti, come spiega anche Agnes in molte testimonianze, «le persone di pelle bianca consumano tanta droga quanto quelle di pelle nera, ma non vengono arrestate per possesso di marijuana, al contrario degli afro-americani che vengono subito considerati criminali e a cui è suggerito di riconoscersi colpevoli per essere condannati ricevendo una sentenza più blanda».

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La lista infinita di ineguaglianza alla quale la popolazione di colore deve sottostare stava troppo stretta ad Agnes: questo sentimento è accresciuto ancor di più quando una delle sue figlie ha sposato un uomo di colore ed è diventata nonna. Per i suoi nipoti Agnes ha iniziato a combattere affinché non rischiassero di subire discriminazioni dovute alla loro carnagione.

Ma cosa poteva fare? In primo luogo, si è rivolta a Darren Walker, presidente della Ford Foundation che già in passato si era occupata di iniziative legate alla giustizia. Agnes, da collezionista d’arte e da Presidente Emerito del MoMa, aveva pensato all’arte come mezzo per ottenere equità sociale: voleva infatti mettere in vendita il quadro di Lichtenstein del 1962 chiamato ‘Masterpiece’ che possedeva gelosamente. L’uomo si offrì dunque di effettuare ricerche per capire a chi fosse meglio rivolgersi e a quali organizzazioni devolvere la somma raccolta.

Ma alla fine l’organizzazione emerse proprio dalla passione di Agnes per l’arte e per la giustizia: ha infatti fondato il Art for Justice Fund. In seguito alla vendita del dipinto, sono stati raccolti 100 milioni di dollari, che verranno appunto investiti per risolvere il problema delle incarcerazioni di massa.

L’obiettivo della filantropa? «Ispirare altre persone a fare lo stesso, donando: spero di non dover vendere di nuovo un altro quadro che amo tanto, non me ne sono rimasti molti!».

Giulia V.

© Credit immagini: linklink + link

 

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