Pakistan, la lotta di Asia Bibi e il lento cammino della democrazia

La democrazia procede a piccoli passi. Lo ha dimostrato la Corte Suprema pachistana con la recente assoluzione di Asia Bibi, in carcere da nove anni e condannata a morte per blasfemia. Il caso rappresenta un tentativo di affermare la democrazia e la laicità dello Stato inteso come «garanzia della libertà di culto».

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Asia Bibi è una contadina cristiana di quarantasette anni, madre di cinque figli, che è stata accusata di blasfemia per una presunta offesa a Maometto in un litigio con alcune donne musulmane. Queste ultime volevano impedire alla cristiana di bere da un pozzo poiché come infedele avrebbe reso l’acqua impura. La lite è sfociata in problema religioso e Asia Bibi è stata prima picchiata e chiusa in una stanza, poi arrestata e infine nel 2010 condannata a morte per blasfemia dal tribunale di Nankana.

Dopo una lunga battaglia legale, il 31 ottobre 2018 Asia Bibi viene finalmente assolta e scarcerata dalla Corte Suprema. La decisione però ha scatenato una violenta protesta dei gruppi radicali islamici, guidati dal movimento Tehreek-Labbaik Pakistan, che hanno impedito alla famiglia di lasciare il paese fino a oggi.

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Sono stati coraggiosi i tre giudici che hanno annullato la condanna a morte di Asia Bibi poiché, a loro volta, sono stati condannati a morte dagli estremisti islamici. Altrettanto coraggioso è stato l’avvocato musulmano Saiful-Mulook, che è dovuto fuggire in Olanda. Molti islamici, inoltre, secondo Religions for peace, «hanno difeso la donna cristiana, pur sapendo di poter subire ritorsioni».

Numerosi paesi, tra cui l’Italia, si sono mobilitati per il salvataggio umanitario e sono disponibili a concedere l’asilo politico a Asia Bibi e alla sua famiglia.

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La figlia Eisham Ashiq ha dichiarato: «Ringrazio tutti i governi, come quello italiano, che si stanno preoccupando del nostro futuro e della nostra sicurezza».

La direzione è giusta ma c’è molta strada ancora da percorrere.

 

Aggiornamento (29 gennaio 2019):

La Corte Suprema del Pakistan ha confermato l’assoluzione di Asia Bibi, la donna cristiana condannata a morte per blasfemia nel 2010. Dopo le minacce di morte degli islamisti e il ricorso contro l’assoluzione, è libera e può lasciare il paese. «L’Italia attivi subito ogni strumento diplomatico utile, mettendosi a disposizione per offrire protezione e asilo a questa donna eroica, che incarna i valori identitari nei quali affondano le radici il nostro Paese e l’intera Unione Europea». È quanto dichiara l’eurodeputato di Forza Italia-Ppe Massimiliano Salini: «L’esempio di Asia Bibi insegni all’intera Europa che la forza per costruire un futuro solido può venire ripartendo dalla fedeltà alle nostre radici culturali».

Camilla C.

© Credit immagini: link

 

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