Siamo in Svizzera, nella Scuola politecnica federale di Losanna.
Qui si svolgono quotidianamente sperimentazioni su animali con lesioni spinali con l’obiettivo di ripristinarne la mobilità.
Saputo di questo studio, David Mzee si è candidato come paziente, dopo essere rimasto paralizzato nel 2010 per una frattura al collo a causa di una caduta drammatica dal trampolino, che lo ha reso immobile ed inabile all’uso degli arti.
Insieme a lui altri due uomini si sono sottoposti alla sperimentazione: il risultato è stato ottimo!
Il trattamento è iniziato con un un’operazione chirurgica invasiva per impiantare elettrodi sulla parte superficiale della spina dorsale, all’altezza dell’area lombare.

Un altro dispositivo, una sorta di pacemaker, è stato invece impiantato nell’addome per inviare impulsi elettrici agli elettrodi sulla schiena, che a loro volta trasmettono segnali verso le terminazioni nervose delle gambe.
Questi impulsi mimano l’attività che in condizioni normali svolge il sistema nervoso per muovere una caviglia, alzare un piede o flettere un ginocchio.
Sebbene ancora siamo a distanza di anni da una soluzione totale del problema, i tre pazienti hanno ripreso a camminare grazie a questo sistema di stimolazione.
La notizia ed i risultati hanno avuto ovviamente risonanza internazionale, tanto da essere pubblicati sulla rivista scientifica Nature.
Solo grazie alla ricerca si può sperare in un futuro per la risoluzione di queste malattie e invalidità croniche: sosteniamola!
Giulia V.
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