Restaurare i resti del velivolo DC9 I-TIGI Itavia, partito dal capoluogo emiliano in direzione Palermo ed inabissatosi al largo di Ustica il 27 Giugno 1980 – oggi conservato al Museo per la Memoria di Ustica di Bologna – significa soprattutto tenere vivi la storia e il ricordo. Ed è esattamente questo l’obiettivo che si sono prefissati gli studenti e i professori del corso di Restauro dell’Accademia di Belle Arti di Bologna.
L’intervento, portato avanti con il museo aperto al pubblico, è la prima fase di un progetto articolato in più momenti, che si realizzerà nell’arco di un biennio, tramite l’apertura di diversi cantieri-scuola nei quali i giovani restauratori potranno cimentarsi. Si tratta di un’occasione unica per gli allievi dell’Accademia bolognese, che si potranno così relazionare con approcci professionali, partecipando a un’esperienza qualificante e formativa anche da un punto di vista civico, poiché contribuisce a cristallizzare nel tempo la memoria storica di uno fra i fatti più tragici della storia del nostro Paese.
Tutto ciò ha avuto e avrà anche un forte impatto sulla presenza dei visitatori del museo, già ora in forte aumento. Dopotutto è raro e affascinante poter assistere live a operazioni di restauro, di qualsiasi genere esse siano. La seconda fase dei lavori prenderà avvio nell’anno seguente, a dimostrazione del fatto che una proficua collaborazione fra le diverse istituzioni – l’Accademia di Bologna e il Mambo – può portare a risultati forse prima impensabili e che vanno a beneficio di tutti, dai musei ai visitatori. Chi però ne trae il vero beneficio è l’Italia, tutta l’Italia.
Diego D.
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