
Sono Denis Mukwege e Nadia Murad i vincitori del Premio Nobel per la Pace 2018, entrambi attivisti contro l’uso della violenza sessuale come arma di guerra. Obiettivo comune ma storie diverse alle spalle.
Denis è un medico chirurgo congolese, conosciuto come ‘il medico che ripara le donne’. Attivo da molti anni in Congo, ha fondato nel 1998 l’Ospedale Panzi, dove è diventato il più grande esperto nella cura di danni fisici causati da violenza sessuale. Il dottor Mukwege ha curato più di cinquantamila donne dall’apertura del suo ospedale. Denis spiega che le donne che vengono violentate e torturate subiscono sia gravi danni fisici, che spesso portano a mutazioni irreparabili all’apparato genitale, sia a livello psicologico e sociale: vengono ritenute ‘colpevoli’ dai mariti, quindi vengono allontanate dalla società, insieme ai bambini che nascono come conseguenza della violenza.
Secondo una stima dell’ONU sono state violentate più di duecentomila donne nel solo periodo dal 2004 al 2011.
Nadia Murad è stata prigioniera e schiava dell’Isis per tre mesi nel 2014, vittima di violenze sessuali e abusi insieme ad altre tremila donne yazide. Rapita dal suo villaggio e tenuta ostaggio, è riuscita a scappare dopo essere stata torturata e violentata. È stata ospitata da una famiglia, finché si è trasferita in un campo profughi. Ha chiesto poi asilo in Germania ed è riuscita, tramite varie associazioni, a diventare ambasciatrice ONU per la dignità dei sopravvissuti alla tratta di esseri umani. Racconta la sua storia nel libro Ultima ragazza.
Sono state dunque premiate due persone accomunate da tanto coraggio e con un messaggio di sensibilizzazione forte, che non vuole lasciare soli chi non ha più voce.
Giulia S.