Parlando di parità di genere le prime cose che ci vengono in mente riguardano uguale retribuzione, uguale suddivisione delle mansioni domestiche, uguale possibilità di fare carriera nel mondo del lavoro. Sappiamo però che in alcuni stati questi traguardi sono ancora non solo irraggiungibili, ma anche impensabili. Impensabile che una donna che vive in Arabia Saudita decida di fare un viaggio con le amiche senza il permesso di un uomo, che possa aprire un conto bancario in autonomia o decida di farsi curare da un medico di sesso maschile.
Grazie a Mohammed Bin Salaman le cose stanno cambiando. «Il primo giudice commerciale nella Medina di Maometto era una donna e se, al tempo, le donne potevano cavalcare un cammello, non si vede perché oggi non possano guidare un’automobile» ha dichiarato.
Grande inizio per il giovane Vice Principe Ereditario, che dopo aver concesso alle donne di poter entrare allo stadio – finora sono tre gli impianti predisposti ad accogliere pubblico femminile e solo nella zona riservata alle famiglie – e scegliere il mestiere di imprenditrice o investigatrice senza passare per l’autorizzazione maschile, dà una nuova svolta permettendo anche al gentil sesso di guidare.
Sebbene il decreto entrerà ufficialmente in vigore a partire dal 26 giugno già dieci documenti sono stati consegnati e il video della prima patente in “rosa” è diventato virale. Positiva anche la risposta delle donne a questa novità: sono trentamila le iscrizioni alle scuole guida dell’Arabia Saudita ed è solo l’inizio visto che le potenziali autiste sarebbero circa nove milioni.
Concediamoci dunque un piccolo festeggiamento per quello che ci auguriamo sia solo il primo passo verso l’emancipazione femminile del mondo arabo: la strada è ancora lunga ma la meta non sembra più così inarrivabile.
Daniela R.