La settimana scorsa, una scena di tensione elettrostatica. In metro, sulla linea rossa. Entrano tre ragazzini. Dagli schiamazzi e dai modi di fare si poteva immaginare che, su una scala da uno a cento, in cui uno sono dei boyscout in campeggio e cento il ‘vivace’ gruppo rappresentato in Arancia Meccanica, questi avrebbero decisamente un punteggio sopra la metà.
Quello che si poteva identificare come il capo gruppo, dopo alcuni istanti, si è reso conto che, dietro di lui, c’era una donna col velo con una bambina nella carrozzina. Da quel momento, ha iniziato a fissarla col muso lungo e tirato, pronto ad abbaiarle contro. Lei fingeva di non essersene accorta. Non era l’unica: tutti attorno a lei stavano in silenzio, respiravano piano.
A un certo punto, è arrivato un autista dell’ATM, che, con la scusa di aprire la finestra del treno per il gran caldo (ma ha aperto solo quella dietro la signora, ndr.), si è messo proprio in mezzo ai ragazzi e ha iniziato a parlare con loro, del tempo. I ragazzi, confusi, hanno risposto normalmente. Lui è rimasto ancora qualche minuto e poi se ne è andato.
Dopo alcuni secondi, la signora col velo, si è alzata per avvicinarsi alla porta, spingendo la carrozzina in avanti. Il ragazzo, che prima la sfidava con lo sguardo, aveva ripreso a fissarla con un mezzo ghigno stralunato, ma uno dei due altri ragazzi si è spostato per farla passare.
La situazione era stata risolta senza parlarne direttamente, con l’intervento azzeccato e empatico dell’autista.
Questo episodio si può ricollegare all’intelligenza sociale. Secondo Annamaria Testa, esperta in comunicazione, giornalista e pubblicitaria, è la capacità di mettersi in relazione con gli altri in maniera efficace e positiva. Può anche significare fare poco, quasi nulla. Serve solo mettere a segno una stoccata al momento giusto.
Oggi non è che un giorno qualunque di tutti i giorni che verranno. Ma quello che accadrà in tutti i giorni che verranno può dipendere da quello che farai tu oggi. (Ernest Hemingway)
Silvia S.