Guri: inclusione socioculturale attraverso la musica

Guri è un programma di educazione musicale e inclusione socioculturale portato avanti in Brasile, promosso dal Governo dello Stato di San Paolo e dal Dipartimento Statale di Cultura ed Economia Creativa, attualmente gestito dall’organizzazione sociale Santa Marcellina Cultura.

La parola “Guri” in portoghese significa ragazzo di strada e l’obiettivo di questo progetto è proprio quello di offrire un’educazione musicale di qualità anche ai bambini e ai ragazzi che vivono in condizioni di vulnerabilità sociale nella grande San Paolo. Senza Guri, essi sarebbero esclusi dalla conoscenza del mondo musicale, senza possibilità di scoprire il proprio talento e di autorealizzarsi. Guri, quindi, offre una reale opportunità di crescita culturale e di inclusione sociale. Investendo pienamente nelle capacità dei giovani, permette a ciascuno di crescere grazie ai propri meriti e di costruire il proprio futuro, conquistandosi un posto nella società.

Per conoscere un po’ più da vicino questa realtà, incontriamo la direttrice dell’organizzazione sociale Santa Marcellina Cultura, Sr. Rosane Ghedin, che il Polo ha intervistato.

Com’è la realtà sociale del Brasile?

In poche parole: siamo un paese del terzo mondo con una brutale disuguaglianza sociale. I ricchi sono molto ricchi e i poveri sono molto poveri, senza nemmeno poter supplire alle necessità primarie di base.

Com’è nato il progetto Guri?

Il progetto è nato con l’obiettivo di democratizzare la musica, perché tutti possano avere l’accesso allo studio di essa e anche l’opportunità di sviluppare le proprie abilità.

Quale insegnamento trae da questa esperienza? 

Questa esperienza mi ha dato la possibilità di provare concretamente che la musica, oltre ad essere un linguaggio universale, ha un potere di trasformazione, ovvero trasforma realtà umane e sociali.

Qual è la sua sfida più importante in questo momento?

In Brasile la sfida alla povertà è sempre all’ordine del giorno, ma a questa si aggiunge la lotta alla violenza domestica e la difficoltà di trovare le risorse per programmi aggiuntivi da offrire ai ragazzi della mia scuola.

Ha un consiglio per i giovani che vivono nei Paesi più ricchi?

Consiglio di fare un’ esperienza diretta con i meno abbienti, supportandoli e/o assisterli per una qualche formazione. È importante iniziare a fare dei piccoli passi per una maggiore inclusione sociale a livello territoriale e mondiale. Mi piacerebbe che il progetto Guri si diffondesse tra le scuole italiane, iniziando una collaborazione e scambio con i miei ragazzi del Brasile. Sogno di portarli tutti a esibirsi qua in Italia, un giorno! 

Jessica Diolaiuti

Credit immagini: link + link

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