Il mio condominio é molto alto, pieno di balconi, ognuno di un colore diverso. Ci sono piante che si arrampicano in ogni direzione, fiori che sbucano dalle finestre e dai soffitti. Le pareti sono piene di ricordi, solide ma gentili. Davanti al portone d’ingresso c’è un giardino verdissimo. Le panchine sono circondate da vita rigogliosa, con vicino un lampione che, sporgendosi morbidamente verso il cielo, le illumina.
C’è un via vai di persone che entrano ed escono sorridenti: alcuni saltellano, altri si soffermano ad ammirare la casa. Loro, nostra.
La sentono, la amano, la abitano.
É una casa che per essere percepita va vissuta. Bisogna sedersi su di lei, abbracciarla, decorarla, accarezzarla. Chiunque la attraversa, la cambia per sempre. Aggiunge una parte unica e fondamentale: la propria. Una volta dentro, è lei che guida gli ospiti dove meglio li sente. Basta seguirla e lei trova lo spazio per ciascuno. Muta le sue pareti per permettere un soggiorno confortevole, a volte per poco, a volte per sempre. Sta agli ospiti scegliere per quanto abitarla, quando spostarsi, quando salutarla. Lei soffre ma é un bel dolore. Quell’incontro l’ha modificata e le ha ridato vita, colore.
Chi rimane la aiuta ad accogliere chi arriva, a curare il giardino, a mantenere solide le fondamenta. A volte é stanca, le giornate sono lunghe, sembrano non passare. Ed ecco che le corrono in aiuto sorreggendola. Una carezza le restituisce quell’amore che a volte non sa più come distribuire dentro di sè. Quella mano accanto la aiuta a stare in piedi, le dà la forza di rimettere dritte le pareti che erano diventate di gomma e non smettevano di muoversi.
È una casa che si sceglie e che, una volta scelta, non abbandona mai. Pensandola intensamente, lei arriva calda e accogliente.
Lei sente tutto, vive con chi la vive, condivide con chi la vive.
È un nido dal quale partire o al quale tornare.
A cura di Adele De Pasquale
Credit photo: https://unsplash.com/it/foto/edificio-de-concreto-branco-e-azul-v6l6FVacLu4
Il Polo Positivo 