Allaccio le scarpe: Nike nere ormai consumate dal tempo e dai chilometri. Pur sempre le più comode. O forse quelle a cui sono più affezionata, a loro modo piene di ricordi. Nessuna meta precisa è impostata nella mia testa: solo la voglia di uscire, andare e vivere questo mondo.
No, a volte la voglia non c’è e allacciarsi le scarpe diventa l’impresa più difficile della giornata. Serve qualcosa di più, qualcosa che bilanci quell’ancora che ci tiene legati al fondo della monotonia della giornata. Un ricordo, un pensiero, una luce in fondo al tunnel. L’idea che per poter cambiare bisogna muoversi da dove si è.
Allora allaccio le scarpe anche questa volta e inizio a camminare. A camminare e respirare. A pieni polmoni faccio un respiro e si riempiono di tutti gli odori che mi circondano. Sono tanti e diversi, alcuni buoni, altri che fanno arricciare il naso, ma pur sempre odori. Cammino per strada, sotto viali alberati e in fiore, che profumano di festa d’estate a casa mia.
Penso alle serate passate con gli amici a quella festa. Camminare e cantare, le canzoni anni 2000 che hanno segnato la mia infanzia. Motivetti che si legano profondamente nelle nostre teste e ogni tanto tornano a scaldare un po’ il cuore.
Mi imbatto in una cartaccia, la dovrei raccogliere. Camminare e giocare, prendendola a calci fino al prossimo cestino. Una partita di calcio improvvisata per strada, come i vecchi tempi, quando si giocava scalzi in mezzo alla strada. Un passaggio a destra, scarta a sinistra, corri e tira. Gol nel cestino. E nel mentre ho anche fatto del bene al nostro mondo.
Allora è bene continuare. Camminare e sognare, un mondo migliore. Come posso renderlo migliore? Sognare è bello, ci permette di indossare degli occhiali nuovi che ci permettono di vedere un mondo nuovo, creato da noi e con stupore ci possiamo soffermare. Nulla è impossibile, diceva qualcuno, quindi prima sognare e poi progettare.
Ma a volte è faticoso, come camminare in montagna in salita. Vedi la vetta, sembra lontana, ma tu cammini. Camminare e faticare, per raggiungere quella meta. Da lassù è davvero tutto più bello. Nessuno ti dirà che è facile, ma con dei buoni compagni, un pizzico di sacrificio e un passo cadenzato arriverai. Al tuo passo.
Quando sarai in cima, o quasi, alza gli occhi, non guardare i tuoi piedi. Camminare e guardare, ciò che ci sta intorno. La verde natura che diventa un po’ più rada man mano che si sale. La roccia nuda si staglia su un cielo stellato, che saluta una verde valle e i suoi abitanti che sembrano formiche.
Che meraviglia! Camminare per amare il mondo che mi circonda, i compagni di strada e me stessa. Camminare per un bene più grande, una forza che muove il futuro. Respiro, canto, rido, gioco, spero, sogno, fatico, guardo e amo. Quante cose si possono vivere in poco tempo.
Camminare e inciampare: mi si sono slacciate le scarpe. Qualcosa capita sempre. Come quando da piccoli ci si sbuccia il ginocchio cadendo. Fa male, si piange, ma stavamo facendo il gioco più bello del mondo e vogliamo tornare a giocare il prima possibile. Allora mi allaccio le scarpe.
Riprendo a camminare, a modo mio.
Jessica Baima