Un sasso al mare

In attesa che si concluda la terza edizione del nostro Contest di Scrittura Creativa, vi riproponiamo il racconto vincitore al Primo Posto del Contest letterario tenutosi nel marzo 2022.

Buona lettura, e che sia di ispirazione per altri aspiranti scrittori: avete tempo fino al 2 aprile per inviarci il vostro racconto!

Mi chiamo Selva. É importante che tu sappia il mio nome, così come sappia che tutti i sassi hanno un nome, proprio come gli altri esseri viventi e non viventi di questo pianeta. Insomma, solo perché non abbiamo arti e organi non significa che non possiamo comunicare e avere dei sentimenti.

Soprattutto abbiamo delle storie, tante storie. Possiamo tranquillamente dire che noi sassi e rocce, così come gli alberi, siamo la storia del mondo. Alcuni dei miei parenti arrivano da ere geologiche antichissime. Io invece sono appena adolescente: ho solo sei secoli. Ti chiederai cosa ci faccia al mare, beh, di sicuro non ho scelto io di trovarmi qui, in questa riga di spiaggia. Noi sassi non possiamo di certo camminare, ma capita di tanto in tanto che sommovimenti della terra o del cielo, o eventi causati da animali umani e non, ci spostino e ci facciano cambiare casa. Per esempio: prima ero sempre attaccato alla mia mamma-montagna, con i miei fratelli e sorelle, fino a quando una potente scossa di terremoto non ha provocato una frana! Alcuni miei famigliari si sono ritrovati semplicemente ai piedi di nostra madre, io invece sono finito in un fiume, la cui corrente mi ha portato fino al mare. Ah, non dispiacerti! Ho passato centinaia di anni nello stesso posto e segretamente agognavo un cambiamento. Stentavo a dirlo a voce alta perchè, sai, anche tra i sassi ci sono quelli pronti a dirti che i tuoi sogni sono da pivelli e faresti meglio a lasciarli da parte.

Sciocchezze. La tua vita sarà breve, ragazza, breve davvero, perciò non perdere tempo dietro a chi sminuisce i tuoi progetti.

Ma torniamo a noi: sono finito nel mare. Oh, quello sì che è stato un viaggio entusiasmante! Moti ondosi, correnti, burrasche, pesci e alghe! Non facevo in tempo a depositarmi sul fondale, che subito dopo (appena pochi anni), qualche imprevisto mi portava in altri luoghi. Per te, sarebbe come trovarti in una grande e lunga giostra, ricca di salite e discese improvvise, curve e cambi di velocità.

Consiglio a tutti, sì, consiglio a tutti un’esperienza simile!

Cos’è successo dopo? Pazienza, ragazza, pazienza! Ci sto arrivando! Dopo un lungo vieni e andirivieni, ho trovato un amico assai peculiare: un polpo! A prima vista era spaventoso, tutto tentacolare, rossastro e pieno di ventose, con due occhi come strette fessure nere. Mi ha spaventato, ma essere un sasso ha anche i suoi pregi: lui, infatti, non si è accorto di niente. Non ho cambiato colore, né ho respirato più rapidamente. Immobile, ho aspettato che si avvicinasse. Mi ha avvolto in un tentacolo, mi ha sollevato con delicatezza e mi ha detto:

«Vuoi far parte della tana dei miei figli? Stanno per nascere!» 

«É una richiesta assai strana!» – gli rispondo io

«Preferiresti che ti portassi via e basta? Potrei farlo, sai!»

«Non fare il prepotente! Dico solo che non era mai capitato che qualcuno mi chiedesse il permesso di essere spostato»

«So cosa significa quando il tuo corpo viene usato senza permesso»

«Cosa ti è capitato?»

«Mi hanno catturato e chiuso in un acquario»

«Ah…non c’è pace là fuori, vero?»

«Non per tutti. Allora, la mia richiesta?»

Non ho dovuto rifletterci chissà quanto, a essere onesti. Ho un debole per chi si comporta con gentilezza. Sono andato con Ostro, così si chiamava, e sono rimasto con la sua famiglia per anni fino a quando i suoi cuccioli non sono diventati abbastanza grandi per cavarsela da soli. É stato un tempo pieno di amore e un po’ lo rimpiango, ma adoro cambiare, nonostante sia un sasso! Il cambiamento fa anche parte di noi, dopotutto. Ci consumiamo lentamente, e lentamente torniamo alla terra. A differenza vostra però abbiamo la fortuna di creare nuovi sedimenti e, in qualche modo, rinascere. Spero solo di non finire mai attaccato a qualche minerale snob!

Infine, la corrente del mare mi ha trascinato fino a questo golfo e qualche anno fa una violenta mareggiata, dopo avermi sballottato a destra e sinistra, mi ha sputato su questa spiaggia. Di norma è assai confortevole, lo devo ammettere. Sono diventato amico di tutti i sassi qui. Sono stato fortunato perché credo che mi sarei annoiato a morte in una di quelle spiagge piene di sabbia e basta. Per buona parte dell’anno non c’è anima viva, e che goduria, ma durante l’estate si riempie di persone.

Dovresti vedere come sono contente! Io non tanto perchè fanno un così gran baccano da non sentire la mia voce. Li chiamo, li chiamo, ma non mi ascoltano, eppure avrei delle storie interessanti da raccontargli proprio come sto facendo con te adesso. Meno male che esistono ancora ragazze che prestano un po’ di attenzione! D’estate mi calpestano e mi lanciano come se niente fosse ed è in quel momento che capisco le parole di Ostro. Non sono mica contento di essere usato come un oggetto qualunque! Sono arrivato a sperare che, per gioco, mi rilanciassero in acqua per avere un po’ di pace, ma non è capitato. Non a me, almeno. Credi che sia stato fortunato? Che non avrei potuto incontrarti altrimenti? Sì, forse hai ragione. Devo aver borbottato talmente forte che anche una vecchia carampana archeozoica mi avrebbe sentito. Dunque ragazza, cosa vuoi fare adesso? Vuoi portarmi nel tuo giardino? Non sono mai stato in un posto simile. Sì, credo di essere pronto per un’altra avventura, però devi promettermi una cosa: che mi lascerai andare quando te lo chiederò, anche se ti sarai affezionata. Vi conosco, voi umani. Per non soffrire il distacco vi ‘appolipate’, come diceva Ostro. Colpa del poco tempo che avete, presumo. Allora, prometti? Bene. Fai piano quando mi sollevi, non ho la scorza dura come credi. In quel tuo giardino ne approfitterò per raccontarti storie sull’importanza della lentezza, dell’ozio e della solitudine. Bella questa tasca.

Giulia Badano

© Credit immagini: Courtesy Silvia Rossini

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