Cos’è il baskin? La parola richiama il basket, ma questo sport ha alcune peculiarità che lo rendono davvero unico. Ci sono due canestri in più sui lati lunghi del campo, si possono usare palloni diversi, adatti alle esigenze degli atleti e si gioca tutti insieme: maschi, femmine, disabili e normodotati. Ognuno ha modo di essere utile alla squadra.
I vari ruoli sono indicati da numeri: il 5 è il giocatore normodotato più forte, può segnare solo nei canestri tradizionali e non può fare più di tre tiri a tempo, quindi è obbligato a passare la palla. Via via che i numeri scendono aumenta il grado di disabilità e cambiano le regole. Il numero 1, ad esempio, staziona nell’area di uno dei canestri laterali, è libero da marcature e ha dieci secondi di tempo per tirare una volta che gli è stata consegnata la palla.
«L’obiettivo è portare il baskin alle Olimpiadi – afferma Alberto Bianco, allenatore-giocatore della squadra Genova baskin Atena – penso che il baskin sia uno dei pochi sport realmente inclusivi. Siamo diversi, è vero, ma questo non deve dividerci. In questa disciplina ognuno ha la possibilità di dare il massimo e la responsabilità di fare del suo meglio a seconda delle sue capacità. In Liguria questo sport non ha ancora preso troppo piede, ma sono fiducioso perché in altre regioni, come Lombardia e Puglia è già una realtà piuttosto solida. Noi tra poco disputeremo la nostra prima partita ufficiale: il 13 maggio, infatti, parteciperemo alla coppa italia di baskin che si svolge in Toscana. Pensare che la partecipazione di ragazzi disabili elimini l’agonismo è un grosso errore. Noi scendiamo in campo per vincere e ci impegniamo a fondo perché ciò accada».
In bocca al lupo ai ragazzi di Alberto e a presto, non vedo l’ora di venire a giocare.
Daniela R.