L’eco bianca della memoria… forse.
Il sentiero si insinuava tra gli abeti, un nastro pallido che si perdeva nella distesa nevosa. La neve, soffice come piume, accoglieva i miei passi, lasciando impronte effimere, destinate a svanire sotto il tocco del vento. Il silenzio era un manto ovattato, interrotto solo dal lieve fruscio dei occhi che cadevano, danzando nell’aria gelida. Ricordo l’aroma pungente della resina, il freddo che arrossava le guance, e già pregustavo il calore avvolgente della cioccolata calda, promessa di conforto al rifugio. Ogni passo era un’immersione nel passato, un ricordo che riaffiorava, nitido e vivido. La neve, un velo immacolato che avvolgeva ogni cosa, sembrava sospendere il tempo, annullare le distanze. Un mondo a sé, dove la realtà si tingeva di magia. E poi, il rifugio. Una luce dorata filtrava dalle nestre, il profumo di legna arsa, crepitio del fuoco che riscaldava l’anima. Il sorriso di mia nonna, un abbraccio caldo e avvolgente, e il sapore dolce e intenso della cioccolata. Un ricordo che custodisco nel cuore, un’immagine indelebile, un’emozione che mi accompagna, silenziosa e costante… a volte.
Ma c’era di più, c’era quel senso di meraviglia che solo la neve sa regalare. Quella sensazione di purezza, di candore, che ti fa sentire come se il mondo fosse appena nato. E poi, il silenzio. Un silenzio così profondo che sembrava quasi di poter sentire il battito del proprio cuore. Un silenzio che ti avvolgeva, ti cullava, ti faceva sentire protetto. E la neve, che continuava a cadere, lenta e silenziosa, come se volesse coprire ogni cosa, cancellare ogni traccia del passato. Un manto bianco che si stendeva all’infinito, senza confini, senza limiti. Un mondo incantato, dove tutto era possibile. E io, lì, in mezzo a quella meraviglia, mi sentivo piccolo, insignicante, ma allo stesso tempo parte di qualcosa di grande, di eterno. Un ricordo che non svanirà mai, un’emozione che mi accompagnerà per sempre.
