Un fiorire sostenibile: il progetto di Alessandro

Ho conosciuto i fiori di Alessandro a una festa di laurea qualche anno fa: erano stati posizionati in ogni angolo della sala e io ero rimasta incantata da ciascuno di loro. Quest’anno ho trovato l’occasione per contattarlo e farmi raccontare del suo lavoro e della sua floricoltura sostenibile a Settimo Torinese. La nostra chiacchierata mi ha fatta ridere, commuovere e riflettere e la riporto qui.

Raccontami di te: com’è nata la tua passione per la floricoltura? Com’è nato il tuo progetto e come si è trasformato nel tempo?

‹‹Vivo e ho sempre vissuto in campagna a contatto con animali e piante. Dopo il diploma ho proseguito come giardiniere ma volevo qualcosa di più: sentivo il desiderio di aprire un’attività, ma non sapevo di quale tipo. Poi tramite conoscenze, fiere e incontri si è profilata l’idea del fiore reciso: da lì pian pianino ho iniziato a coltivare qualcosina fino a dirmi “è ora di aprire”. È stato un inizio di prove, per capire se poteva essere un lavoro accessibile che potesse darmi da vivere: nel tempo l’attività si è ingrandita e strutturata, ma c’è ancora tempo per crescere››.

È difficile mantenere un business che segue l’andamento naturale delle stagioni? Ci sono delle difficoltà che un’azienda di questo tipo può incontrare?

‹‹La nostra attività è improntata sulla coltivazione di un fiore stagionale che non trattiamo chimicamente, insomma una coltivazione sostenibile: seguendo le stagioni, abbiamo momenti di picco delle fioriture e momenti di calo, dove alcune fioriture finiscono e prima che ne subentrino delle altre ci vuole tempo. Poi c’è il fine stagione: nei mesi da novembre a marzo c’è sempre da lavorare ma le vendite vivono un calo. Volendo essere precisi, avremmo sempre da poter vendere, sfruttando le festività e proponendo il prodotto essiccato; il vero problema non è la stagione con i suoi sali e scendi ma il mercato, che passa anche attraverso la sensibilizzazione dei clienti››.

Come viene accolta la vostra proposta di fiori stagionali e sostenibili dai clienti? Trovi che le persone siano incuriosite da questo tuo approccio o invece devi scontrarti con alcune resistenze?

‹‹Fra i privati la proposta viene accolta abbastanza bene, soprattutto in occasione dei matrimoni. Alcuni sono incuriositi dall’attività, ma hanno resistenze nel momento dell’acquisto: comprendono che nel fiore c’è del bello ma vivono il regalarsi una coccola come una difficoltà.

Riguardo l’ingrosso: se i fioristi hanno voglia di aver qualcosa di differente, sono interessati a scegliere un produttore locale; in altri casi preferiscono acquistare sì da produttori locali, ma storici e non ecologici. Spesso non riescono a proporsi con qualcosa di diverso: il cliente pretende che le sue aspettative siano rispettate e il negoziante, che ha bisogno di vendere, si adatta. È un reciproco modellarsi: io produttore propongo cose diverse, il fiorista deve riuscire a proporre alla clientela un modo diverso di pensare. Insomma, ci vuole un gran lavoro di sensibilizzazione su tutte le fasce a cascata, dal fornitore, al fiorista, al cliente››.

In che modo la scelta di utilizzare solo fiori stagionali aiuta a ridurre l’impatto ambientale e a sostenere l’economia locale?

‹‹I fiori stagionali sono molto rustici ed è nella loro natura fiorire e vivere in quel momento dell’anno: dobbiamo compiere un basso sforzo nel rendere questo possibile, non mi devo impegnare nel far fiorire il tulipano perché lui lo fa naturalmente. Se mi dovessi sforzare dovrei ad esempio costruire delle serre e riscaldarle; invece, riduco l’impatto ambientale perché lascio alla natura fare tutto con i propri tempi. Inoltre, differenziare mi dà modo di prolungare le fioriture perché ho sempre materiale da poter proporre: se mi concentrassi solo su tulipani e peonie invece non sarebbe sempre possibile››.

‹‹L’impatto ambientale inoltre è abbattuto dal fatto che siamo locali. Pensiamo ad esempio a delle rose che devono farsi tantissimi chilometri di trasporto fino al fiorista, spesso con poca acqua, sempre imbustate (e questo causa anche problemi di umidità), conservate in celle frigorifere per potersi conservare più a lungo. Poi dalla temperatura di un frigo devono passare a quelle di luglio, magari con 35 gradi all’ombra. Con questo sbalzo termico tendono a deperire molto velocemente se non subito. Molti non si interrogano sulle tempistiche, i chilometri e i trattamenti che stanno dietro i fiori recisi. Ogni fiore ha il proprio divenire, e fa parte di lui il fatto che dovrà degradare. Io propongo un fiore che, invece di farsi tantissimi chilometri, se ne fa molti di meno e questo permette di risparmiare il carburante e l’energia consumata dal frigo. Poi cerchiamo di usare il più possibile carte, corde e altri materiali biodegradabili invece di plastiche.

Sosteniamo l’economia locale creando da una rete tra di noi: tu, privato sensibilizzato, aiuti l’economia locale comprando da me o da un fiorista che sceglie produttori locali. Inoltre, tra chi coltiva spesso ci si aiuta nei momenti un po’ difficili per poter rimanere sostenibili››.

Utilizzate fertilizzanti e pesticidi? Se sì, come scegliete quelli più sostenibili? Se no, quali alternative adottate per proteggere le piante?

‹‹Utilizziamo fertilizzanti naturali: per concimare usiamo stallatico o letame di vacca. Poi usiamo il compost che creiamo con i nostri scarti e utilizziamo per riportare sostanze nella nostra terra: cerchiamo di essere più circolari possibili.

Riguardo i pesticidi, usiamo a volte dell’olio di Neem o del sapone molle in varie concentrazioni per combattere vari insetti. Ricorriamo a queste misure quando c’è un disastro in campo, ma solitamente non è così e trattiamo a mano l’insetto dannoso. D’altra parte, essendo in un ambiente naturale, così come arriva l’insetto dannoso arriva  anche l’insetto utile: trattando con pesticidi naturali riusciamo a contenere le infestazioni. Si potrebbero adottare trappole per insetti a feromoni che catturano l’insetto e impediscono di riprodursi ma noi ancora non le usiamo, non abbiamo ancora dovuto affrontare questi aspetti. Con il cambiamento climatico saremmo probabilmente costretti ad adottare misure un po’ più brusche››.

Ho visto che proponi eventi e workshop per la realizzazione di opere floreali: in che cosa consistono? Quanto è importante per te sensibilizzare i clienti alla sostenibilità?

‹‹Sì, proponiamo workshop e consulenze. Durante i laboratori c’è una prima fase di auto raccolta per i fiori che verranno utilizzati nel momento della realizzazione. Poi ci dedichiamo alla costruzione del mazzo: in questa fase si entra a contatto con il fiore, lo si guarda con occhio diverso e se ne comprendono il valore, la fatica, il tempo.

Si tratta di un atto di sensibilizzazione verso il cliente, che faccio entrare in una parte del nostro lavoro: sensibilizzare alla sostenibilità è importante perché impone di guardare con occhio diverso ciò che ci circonda. I tuoi occhi cambiano e quando sarai a contatto con altre realtà potrai prendere decisioni con uno sguardo un po’ più sensibile: è così che comprare fiori da un locale assume un senso più grande e innesca un giro di relazioni che prima magari non c’erano››.

Cosa ti piace di più del lavoro che fai? E cosa, invece, ti sfida maggiormente?

‹‹Mi piace aspettare la nascita, la crescita e la fioritura, osservare come la natura cambia e si muove; sapere che oggi è così e domani sarà già diverso. L’attesa mi prende, ho piacere di veder fiorire qualcosa e di farlo vedere agli altri: non te ne accorgeresti mai ma capita di tutto là fuori. Noi lavoriamo sempre a testa bassa e a volte devo impormi di alzare gli occhi, se no vivo nel bello ma non me ne accorgo: e così sento gli uccellini e vedo un animale, una nuvola, il tramonto. Aprire gli occhi e il cuore mi dà tanta gioia. Ci sono poi aspetti che mi piacciono particolarmente come gli esperimenti di ibridazione: questo mi piace tanto perché aspetto un anno intero per vedere il risultato. Mi sfida il meteo, l’impotenza di governare piccoli disastri causati da temporali o animali, le cose che sono al di fuori del mio controllo: se vuoi essere sostenibile ed ecologico, devi anche cercare di accettare e non demoralizzarti troppo su queste cose che capitano e che sono al di fuori di noi››.

C’è un fiore che, per te, ha particolare importanza di cui vuoi condividere con noi il significato?

‹‹Tutti i fiori che tiro su sono come miei bambini: ogni pianta che coltivo è di per sé importante perché metto tanta cura e dedizione in quello che faccio. Insomma, i miei fiori hanno valore perché glielo do io››.

Benedetta Follini