Nella nostra vista quotidiana, utilizziamo il termine inclusione riferendoci spesso a temi sociali, ma il tema è strettamente collegato anche alle scienze naturali. Ne è un esempio il discorso attorno ai vaccini personalizzati. Recentemente, infatti, è stato dimostrato che vi è un’influenza della variabilità genetica sull’efficacia dei vaccini. Quindi, si è iniziato a riflettere sulla possibilità di personalizzarne alcuni a seconda della popolazione a cui vengono sottoposti.
Un vaccino personalizzato è un tipo di vaccino progettato tenendo conto delle caratteristiche genetiche e biologiche di un individuo o un gruppo di persone, ma anche le caratteristiche ambientali del luogo in cui essi vivono. Non è esattamente un’idea rivoluzionaria: esistono vaccini che vengono prodotti solamente per i pochi Paesi dove una particolare minaccia sussiste. L’ebola è un esempio. Anche questi sono vaccini personalizzati.
La vera innovazione è stata recentemente esplorata attraverso ricerche che analizzano come la genetica del sistema immunitario influenzi le cure vaccinali. È stato dimostrato che i geni come gli HLA (antigeni leucocitari umani), il cui scopo è di controllare il riconoscimento dei vari tessuti dell’organismo, variano tra le etnie ed influiscono sull’efficacia del vaccino contro l’epatite B. Il 5-10% dei pazienti a cui viene somministrato questo vaccino non raggiungono i livelli desiderati di anticorpi. Per cui se si riuscisse a trovare una correlazione tra i pazienti che non rispondono correttamente a questa cura, si potrebbe personalizzarla.

Durante la progettazione del vaccino contro il COVID-19, i test di efficacia sono stati al centro dell’attenzione. Per garantire l’efficacia del vaccino, è stata scelta una popolazione etnicamente varia e sono stati definiti parametri specifici per ogni gruppo. In questo caso, una risposta immunitaria ottimale è stata raggiunta da ogni etnia senza necessità di adattamento.
Le tre sfide principali che riguarderanno il tema dei vaccini personalizzati in futuro sono: la raccolta di dati genetici, un accesso equo e la dimensione etica. Per raccogliere sufficienti dati genetici, infatti, bisogna studiare ampie popolazioni etnicamente diverse. Questa attività può richiedere investimenti significativi. Inoltre, personalizzare i vaccini potrebbe renderli accessibili solo a chi può permetterseli, aumentando le disuguaglianze. La ricerca genetica deve essere condotta con trasparenza, rispettando le comunità coinvolte.
Con particolare attenzione a questi dettagli, si può visionare un futuro in cui ogni vaccino è fatto su misura.
Iacopo Guiducci