Libri in pillole – marzo

Ciao lettori e lettrici del Polo, come state? 

Il mese scorso vi abbiamo parlato di due libri che, secondo noi, affrontano in maniera unica il concetto di «radici» (se vi siete persə l’articolo, potete recuperarlo qui). 

Questo mese parliamo, invece, di «meraviglia», con una novità: oltre ai due titoli consigliati da noi, ci saranno anche molti libri interessanti che ci avete raccontato voi! Se lo scorso mese non siete riusciti/e a rispondere al form, non preoccupatevi; anche il mese prossimo parleremo di «meraviglia» e potrete dirci la vostra a questo link.


Il primo consiglio di marzo è Il sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino, un grande classico – e, se è un grande classico, un motivo ci sarà.

Tra un “Mondoboia!” e l’altro, Calvino ci racconta la Resistenza vista con gli occhi del piccolo Pin. Pin è un bambino e guarda gli avvenimenti del mondo e gli adulti con meraviglia, perché non capisce a pieno quello che succede. Il modo migliore per entrare in contatto con la storia è guardarla con gli occhi curiosi di un bambino.

«A un partigiano non si domanda mai: chi sei? Sono figlio del proletariato, rispondigli, la mia patria è l’Internazionale, mia sorella è la rivoluzione».

Il secondo testo é La nostra parte di notte, di Mariana Enriquez, 2021, Marsilio.


L’autrice delinea e ci accompagna in un viaggio meraviglioso, in cui feticci, culti guaranì, simboli stregoneschi, statue di San La Muerte e miti greci si combinano con musiche rock anni Settanta, sessualità fluide, corpi malati, saghe familiari e percorsi di formazione, facendosi veicoli e abitanti non umili di un paesaggio sinistro e orrorifico; insieme strumenti di salvezza e di condanna di un potere che promette solo dannazione.

Quest’ultimo non appare solamente nella sua forma magica o soprannaturale, ma anche nella sua origine storica, nella realtà degli orrori e degli spettri della dittatura, con le sue violenze, abusi e disuguaglianze socioeconomiche, che si nascondono tra le pagine, aleggiando come fantasmi sulle vicende narrate e le vite dei/lle protagonisti/e.


In questo scenario, come scrive Ilaria Stefani: « L’unica, debole via d’uscita sembra essere, ancora una volta, abitare i confini: la condizione liminare e precaria dell’abietto, dell’orfano, del corpo malato, della sessualità fluida – che rappresentano, per l’insieme di vite “normative” e per l’ordine disciplinante a cui rispondono, un vero e proprio incubo, entità inquietanti da allontanare perché portatrici di una destabilizzante, minacciosa diversità – si rivela come sostanza embrionale sovversiva, che consente di sfuggire alle imposizioni identitarie e alle appropriazioni di stampo neocoloniale. Ed è forse in questo nucleo di indistinzione che si radica il coraggio di scendere in fondo all’abisso per inseguire ciò che si cerca, la tenace volontà di resistere; di continuare a cercare, attraversando l’orrore, la propria, seconda possibilità sulla terra ».

E infine (rullo di tamburi), ecco i vostri consigli libreschi:


E voi, avete già letto questi libri? Vi incuriosiscono? 

Se avete altri consigli di lettura sul tema della meraviglia, saremo felici di leggervi qui sotto o sul form!

Melda Mehja ed Elena Rebecca Cerri

© Credit immagini: Only Lovers Left Alive, 2013.

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