Slow Food Travel Montagne Biellesi: viaggiare assaporando il paesaggio

Cos’è la globalizzazione, se non quel fenomeno che permette di poter mangiare patatine fritte e bere Coca-Cola anche nel più sperduto paesino di montagna? Per molti e molte di noi, viaggiatori e viaggiatrici dal budget sempre limitato, poter consumare ovunque pasti a costo contenuto è fondamentale per continuare a concederci weekend fuori città. Eppure il progetto Slow Food Travel ci insegna che praticare un buon turismo significa anche promuovere le realtà gastronomiche locali, le cui proposte sono, peraltro, spesso più accessibili di quanto crediamo. 

Slow Food Travel si pone come obiettivo lo sviluppo di un’esperienza di viaggio che sia coerente con la filosofia di Slow Food — per intenderci, quella del «Buono, Pulito e Giusto», che tutte le realtà Slow Food devono rispettare. Per farlo, Slow Food Travel intende creare una rete di osterie, agriturismi, ristoranti, locande, bar e locali riuniti in una vera e propria comunità conviviale, la quale interagisce e fa sistema accogliendo il visitatore che la scopre attraverso il cibo. 

È quanto accade dal 2019 nella comunità Slow Food Travel Montagne Biellesi, che comprende realtà produttive, ristorative e ricettive biellesi. La rete si rinnova ogni anno, con sempre più realtà che aderiscono al progetto, e si intreccia con i siti culturali della Rete Museale Biellese. «L’idea è quella di fornire un’idea integrata di territorio: le nostre guide hanno come mandato quello di proporre escursioni che tocchino sia i produttori e i ristoratori della comunità sia i siti culturali della Rete Museale Biellese», spiega la coordinatrice Nazarena Lanza.

Perché creare una sinergia di questo tipo proprio nel Biellese? La risposta è nella storia di quest’area che, con la precoce industrializzazione, in particolare nel settore tessile, ha visto l’abbandono di molte attività agricole tradizionali e produzioni gastronomiche locali. Oggi Slow Food Travel vuole riproporre alcune di queste – dal burro al latte crudo dell’alto Elvo alle castagne essiccate nelle tradizionali graa – cercando di rendere il territorio attrattivo non solo dal punto di vista turistico, ma anche produttivo e abitativo.

«Il rischio della montagna è che diventi disabitata o abitata solo nei weekend. Nel momento in cui non sono più curati, i pascoli e gli alpeggi rimangono abbandonati e diventano bosco pericoloso, col rischio di incendi e di frane, senza contare l’assenza di manutenzione di tutte le infrastrutture necessarie per la vita di montagna, dai muretti a secco alle mulattiere», spiega Nazarena. «Il turismo che ci interessa di più è quello che sostiene le attività agricole. Per noi il turismo è strumento di salvaguardia del paesaggio: il problema è che spesso i turisti fanno le loro attività e guardano il panorama, ma mangiano cibi che non sono in alcun modo legati al paesaggio in cui sono immersi. Noi cerchiamo di far capire loro che quello che mangiano contribuisce a mantenere quel paesaggio». 

A essere attratti da questi territori sono anche i giovani, come Ilaria Taglio, che dopo gli studi all’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo sta studiando a Biella Cultural Heritage and Creativity for tourism and territorial development. «Grazie a un tirocinio con Slow Food Montagne Biellesi ho potuto unire le mie due passioni del turismo sostenibile e dei food studies, oltre a conoscere il territorio biellese».

Favorire la conoscenza del territorio è, d’altra parte, quello che questa rete cerca di fare anche tra le realtà aderenti, privilegiando la collaborazione, anziché la competizione, tra gli attori locali. L’evento ‘Il Biellese in un piatto’ è forse il momento principale di rafforzamento dei legami comunitari. «Per inaugurare ogni nuova stagione, tutti i ristoratori e le strutture ricettive aderenti sono tenuti a proporre una piccola preparazione, dolce o salata, in cui sia utilizzato almeno un ingrediente per ogni realtà produttiva della rete. Di solito si tratta di una trentina di ingredienti, che rappresentano una sfida, ma anche un modo per favorire la conoscenza reciproca tra produttori e ristoratori». 

Non resta che prenotarsi per il prossimo evento del ‘Biellese in un piatto’, previsto per il 12 marzo 2024 a Palazzo Gromo Losa, dove saranno presentate le 60 realtà aderenti per questa stagione e saranno premiate le persone che nel 2023 hanno visitato 10 o più siti della Rete Museale Biellese.

Elena Del Col

© Credit foto: Slow Food Travel Montagne Biellesi

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