Buon anno lettori e lettrici del Polo! Com’è iniziato il 2024?
Avete impostato la vostra sfida di lettura su Goodreads? Avete letto tanti libri nelle vacanze? Avete aggiunto titoli allettanti alla vostra wishlist?
Ci auguriamo di sì 🙂
Ma veniamo a noi! Eccoci con il primo Libri in pillole dell’anno: questo mese parliamo di radici. Come sempre, abbiamo scelto due titoli che a noi sono piaciuti molto e che speriamo possano piacere anche a voi.
Il primo libro che vi consigliamo è La luna e i falò, Cesare Pavese, Oscar Mondadori, 1980.
È storia di malinconie, intimità, speranze, immagini e ricordi. É la storia di un desiderio comune ed esistenziale: sentirsi parte. Di un dove, di un chi, di un cosa.
“Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”.

Un paese, un luogo, sì, che assume un significato affettivo, che diventa casa grazie alla relazioni che vi si creano, ai ricordi che lo richiamano alla mente, al riconoscimento di una soglia, una radura, un bosco,un gatto, un volto.
Le radici. Non come qualcosa di irremovibile o immutabile, ma come qualcosa che si sceglie costantemente e di cui prendersi cura. Esse sono ciò che ci tiene insieme nonostante il continuo cambiamento, permettendo, al contempo, la perenne trasformazione di ogni cosa. Mai identica.
Sta proprio qui la difficoltà: per appartenere ci vuole volontà, non caso.
E per fare come gli alberi, le radici della Terra, essere gli uni le radici delle altre.

Il secondo consiglio di lettura è Le transizioni, Pajtim Statovci, Sellerio, 2020.
È una lettura potente, intima, dolorosa e dolorosamente reale. Il protagonista è Bujar: Bujar inventa continuamente se stesso e la propria storia, come un impostore che si appropria dei frammenti che carpisce agli altri, del passato delle persone che ha amato, dei loro nomi. Perché, come dice lui stesso, «nessuno è tenuto a rimanere la persona che è nata, possiamo ricomporci come un nuovo puzzle».
Nel corso della sua vita, Bujar si muoverà tra varie identità e vari paesi, in cerca di un posto nel mondo e di una nuova identità, dopo aver rinnegato le sue origini albanesi e così anche l’esistenza di una casa. Ciò fa di lui un apolide, un’entità senza identità, né origine.
Come ci si sente quando non si hanno più radici?
“Sono uno strano uccello, che cambia sempre posto, libero come un’aquila a due teste”.
E voi, avete già letto questi libri? Vi incuriosiscono?
Se avete altri consigli di lettura sul tema delle radici, saremo felici di leggervi qui sotto!
Melda Mehja ed Elena Rebecca Cerri
© Credit immagini: Lovecraft Country, 2020