L’aikido inclusivo: storia dell’associazione Yuki

Lo sport inclusivo è spesso associato all’agonismo delle competizioni paralimpiche. Ma si può immaginare un’inclusività anche nello sport dilettantistico? E quanto è ampia l’offerta di corsi sportivi accessibili a persone con disabilità? Yuki A.S.D-A.P.S. si impegna da anni in questa direzione.

Nata nel 2001 a Torino, Yuki ha il doppio statuto di Associazione Sportiva Dilettantistica e Associazione di Promozione Sociale. Una denominazione, quest’ultima, che è riuscita ad ottenere a motivo delle diverse attività destinate a persone con fragilità. Con il suo progetto E_sportabile, in particolare, l’associazione si propone di rendere accessibile a tuttə non un sport qualsiasi, ma un’arte marziale peculiare come l’aikido, con il suo corredo di regole e tecniche specifiche. 

Da oltre dieci anni, infatti, Yuki propone gratuitamente un training specifico di aikido e ginnastica musicale, con lo scopo di promuovere l’approccio tipico delle arti marziali e delle discipline olistiche come strumento efficace nel trattamento della disabilità psichica e fisica. Partendo dalla danza, che rappresenta il sé nello spazio, E_sportabile arriva all’aikido come lavoro di relazione tra il sé e l’altro, con l’obiettivo di raggiungere non la perfezione tecnica del gesto, ma l’acquisizione di un controllo positivo sul corpo e la mente.

Ogni anno, circa 25 persone con disabilità sono coinvolte nel progetto, alcune delle quali praticano dall’esordio di E_sportabile, avanzando ogni anno di grado nella pratica dell’aikido, e ottenendo talvolta un’elevata padronanza della disciplina. Lo dimostra il caso di Luigi Carillo, allievo del corso di aikido E_sportabile fin dalle sue prime edizioni e diventato aiuto-insegnante nei corsi di aikido per i più piccoli: «È una disciplina che fa bene. Sicuramente insegna a superare alcune paure che magari uno aveva in passato, come la paura di affrontare l’altra persona».

«Alcuni allievi, tra cui Luigi stesso, hanno completato il percorso fino ad arrivare alla cintura nera», spiega Chiara Platania, responsabile della comunicazione dell’associazione e cintura marrone di aikido, «e questo è un motivo di orgoglio sia per noi, perché significa che abbiamo costruito un percorso duraturo, sia per chi pratica da tanto tempo». 

Le lezioni E_sportabile costituiscono un corso misto, aperto a persone con e senza disabilità, ma costruito rispettando le esigenze di persone con disabilità cognitive di diversa gravità. «Attività come le arti marziali e la danza richiedono forse più di altri sport una presenza costante a lezione e una disciplina anche su te stesso durante la pratica», spiega Chiara. 

I benefici dell’aikido si registrano anche sul fronte della coordinazione fisica e dell’interazione con gli altri. «Una particolarità dell’aikido è che, ad eccezione del riscaldamento, le tecniche si praticano sempre in coppia», continua Chiara. «Questo è importante nel progetto, dove sono coinvolte persone che possono avere difficoltà, a causa della disabilità, nell’intraprendere rapporti interpersonali basati sulla fiducia e il rispetto. Più gli allievi di E_sportabile avanzano nella pratica, meglio riescono a gestire i turni e a rispettare la disciplina. E nonostante nell’aikido ci sia un’idea di attacco e di difesa, cresce la consapevolezza che ci si sta muovendo e si sta giocando insieme, creando relazioni: in quest’associazione ci presentiamo sempre quando lavoriamo insieme e cerchiamo di ricordarci il nome di tutti. Poi gli allievi di E_sportabile hanno anche la possibilità di costruire un gruppo: si conoscono tra loro e alcuni praticano insieme da una decina di anni. Questo apre la possibilità di sperimentarsi in un contesto sociale, di organizzare idee e conversazioni: c’è un gioco di squadra molto bello da vedere». Ed è anche una soddisfazione per le famiglie, che assistono agli esami e accompagnano i praticanti in un percorso che permette di raggiungere piccoli traguardi. 

«Per molte persone, ma soprattutto per le persone disabili, lo sport è considerato un lusso. Spesso si pensa che per permettere a persone con disabilità di praticare sport, occorre avere una palestra con attrezzature costosissime, oppure si associa lo sport inclusivo a quello paralimpico», riflette Chiara. La scommessa di Yuki è invece quella di garantire un’offerta che non punta a competizioni di alto livello, ma vuole contribuire alla costruzione di un benessere comunitario.

Un’offerta, inoltre, interamente gratuita, nella convinzione che la disponibilità economica non debba costituire un ulteriore ostacolo alla pratica sportiva con persone con disabilità. Purtroppo, però, in questo particolare periodo storico è impossibile per l’associazione mantenere quest’offerta senza chiedere un sacrificio ai propri istruttori. Per poter permettere di coinvolgere sempre più persone e garantire la fruizione gratuita del corso, Yuki ha quindi avviato un crowdfunding, dove si potrà effettuare donazioni fino a un evento finale di raccolta fondi, previsto per il 16 dicembre 2023.

Elena Del Col

© Credit immagini: Yuki

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