Il cinema costituisce da sempre un importante luogo di cultura, un rifugio in cui immergersi per trascorrere serate piacevoli e, al contempo, cogliere spunti di riflessione sul mondo contemporaneo. Un esempio concreto dell’unione tra intrattenimento e significato è rappresentato dall’ultima pellicola firmata Paola Cortellesi, “C’è ancora domani”, un film che fa sorridere e riflettere, grazie al forte messaggio che trasmette agli spettatori.
In Italia, l’universo cinematografico si articola in una variegata rete di sale, che spaziano dalle più imponenti alle più intime, spesso connesse in catene distributive. Parallelamente a queste realtà più commerciali, sorgono anche i cosiddetti cinema parrocchiali, uniti all’interno del circuito ACEC.

L’ACEC, associazione gestita dalla chiesa cattolica, è un ente che ha il ruolo di coordinare, di sviluppare e di promuovere le sale della comunità, con l’obiettivo di sostenere la vitalità di questi spazi all’interno delle comunità locali. Le sale comunitarie, conosciute anche come cinema parrocchiali, si distinguono in maniera marcata da quelle private. La sala non è soltanto un luogo per la proiezione di film, bensì un luogo d’incontro per la comunità, in cui le persone si ritrovano per socializzare, incontrare nuovi volti e condividere esperienze.
Un tratto distintivo è l’impegno per rendere il cinema accessibile a tutti. Le sale comunitarie mantengono il prezzo dei biglietti tendenzialmente minore rispetto a quelle commerciali, in modo tale da permettere la visione del film anche alle famiglie più numerose o con meno disponibilità economiche. Questo è reso possibile grazie ai volontari, a cui viene affidata la gestione del cinema: persone che offrono il loro tempo al servizio della sala, impegnandosi nella sua gestione. La cura è l’elemento che fa la differenza, i volontari si occupano della sala considerandola come uno spazio da proteggere e preservare, un luogo della comunità, verso il quale si dedicano con piacere.

Ciò che rimane invariato rispetto alle sale più commerciali è la programmazione, sempre pronta a offrire al pubblico le nuove uscite cinematografiche. Inoltre, queste sale organizzano anche cineforum, serate dove si proiettano film d’autore, film di qualità e film dall’alto contenuto valoriale. A seguito della proiezione, la sala organizza un momento di discussione chiamando degli esperti scelti in base al film. Questo serve per aiutare e stimolare il pubblico nell’analisi e nell’interpretazione del film, a questo momento segue un momento di dibattito generale con il pubblico.
In Italia esistono oltre mille cinema parrocchiali sparsi su tutto il territori nazionale, strutture coordinate e supportate da ACEC, ente che svolge un ruolo meno visibile agli occhi del pubblico, ma fondamentale per l’esistenza delle sale stesse. Una sala comunitaria non si configura soltanto come un luogo di proiezione, ma piuttosto come un cinema in cui i valori fondamentali vengono coltivati e condivisi, contribuendo a generare un’ esperienza cinematografica arricchente e inclusiva, dove la cura e attenzione dei volontari verso la sala e la comunità circostante, sono l’elemento cardine.
Andrea Antoniazzi
Credit immagini ACEC