Al nostro bar preferito, io e mia sorella ci scambiammo le note del telefono. Uno dei suoi testi in particolare mi colpì molto, mi commosse. Aveva scelto le parole più eleganti possibili per descrivere un nostro amore condiviso. La nostra è una storia che iniziò prima di noi, e per conoscerci dovete comprendere cosa abbiamo provato ad aver perso un uomo, un uomo lunare.
Un uomo lunare lo si riconosce dall’effervescenza negli occhi. Lui era un uomo vero, non per gli standard terrestri, ma per quelli delle stelle. Viveva le sue giornate con una rosa nella bocca e una nella mano, da regalare al suo prossimo. Vestiva di colori e stampe lucenti: rosa, blu, verde; era un pacifista con troppi zeri in banca. Si sedeva alla prima scrivania che trovava, circondato da pezzi di carta. Invece di cercare risposte viveva nel presente. Sapeva che, sul lungo mare, quando le luci si abbassavano tutto diventava possibile, lì, vicino casa. Orgoglioso, se una mala lingua lo nominava, non si girava, anzi, andava sempre più in alto. Sapeva volare, con la mente faceva dei viaggi da sembrare quasi irraggiungibile pure a me, che mi domandavo se sarebbe venuto a prendermi a scuola.

Era amato come pochi, era un uomo tenero, misterioso, imprevedibile, la serietà la dimostrava solo nella sua etica personale, pensava sempre a come dare di più, ai suoi figli, ai suoi fratelli. Vivevamo in un piccolo focolare, dove il rumore di piatti, risate, dibattiti e porte che si aprivano e chiudevano in un continuo via vai faceva da musica al quotidiano di tutti. Lui era un uomo di tutti, l’amore di tutti, padre di tutti, amico di tutti, rivale di tutti. Tutto per tutti, perché si ridimensionava in modo tale da lasciare sempre qualcosa di sé. Eppure, sapeva anche camminare da solo, nevrotico, e pensare, pensare, pensare, pensare per poi scrivere un messaggio, una poesia d’amore a chi lo guardava con gli occhi dell’amore. E chi ha amato, non può dimenticarlo. Era capace d’invocare tempeste e arcobaleni: da un uomo della luna si finisce spesso a pretendere quasi l’impossibile, perché non è un uomo comune che si ferma pietrificato davanti ai primi dolori. Un uomo della luna è capace di regalare sogni a chi non sa ancora di averne bisogno, a chi ha paura di possederne. A volte promette troppo, però non si sbaglia, perché se c’è potenziale allora nelle circostanze giuste tutto è possibile.
Quando qualcosa andava storto ci pensava lui, bastava chiedere, sapeva sempre cosa fare, aveva un piano per tutto. Non mi ricordo se l’ho mai visto piangere. Anche se fosse, non riesco a ricordamelo triste. Era un uomo, dopotutto, imperfetto, buffo, mortale e sapeva anche spaventarsi. Però non lo ricordo per ciò che non era. Il mio uomo della luna era vita ed è immaginabile viverne senza.

Se mai incontrerete un suo simile, un lunare che si aggira nel centro città, allora potete definirvi fortunati, cambiati e pronti a vedere un altro lato dell’umanità. Chissà se sanno che ce ne sono altri, che non sono soli. Non è semplice per loro in fin dei conti, anche se non lo danno facilmente a vedere. Viene loro naturale amarti. I lunari non sono qui per cambiare il mondo, solo il tuo destino. E sanno che ogni passo che farai, anche senza di loro, è un passo in un futuro più florido, abbondante, dove l’immaginazione può coincidere con la realtà.
Alessia Iannicelli
© Credits immagini: Courtesy Alessia Iannicelli
Grazie Anna per averlo condiviso con noi! Continua a seguirci per la tua dose di buone notizie quotidiana!
Io L ho conosciuto quest ‘Uomo Lunare “
Ha creato un mondo …in cui ci ha accolto x un po’ di tempo … sono stati anni bellissimi, con lui tutto era possibile !
Non Vi dimenticheremo mai !