Treni. C’è chi li ama, chi ne apprezza gli agi, la possibilità di stare seduto e godersi il panorama. C’è chi li odia, chi ne detesta i ritardi, la sporcizia, i cambi di itinerario inaspettati e le cancellazioni ingiustificate.
Per una volta però poco importa che il treno sia in orario o che la prima classe abbia sedili confortevoli: la Rail Freight Forward, coalizione di diverse compagnie europee di trasporti ferroviari, ha messo tutti d’accordo con il suo Treno di Noè. Il rimando alla celebre Arca ed al più antico racconto di attivismo ambientale lascia pochi dubbi: questo speciale treno, partito da Katowice e diretto a Bruxelles, ha fatto poi tappa a Vienna, Berlino e Parigi per attirare l’attenzione del grande pubblico e dei media sulla necessità sempre più stringente di ridurre le emissioni di CO2 nell’aria.
Come? La Rail Freight Forward ha le idee chiare: lanciando il mese scorso questa campagna di comunicazione, ha voluto pubblicizzare il suo ambizioso progetto di implementare del trenta percento, entro il 2030, i trasporti merce su rotaie, dimezzando invece quelli decisamente più inquinanti su strada.
La calorosa accoglienza riservata al treno ad ogni tappa è da ricondurre alla bontà degli intenti manifestati, ma anche alla spettacolarità dei sui vagoni. Questo perché il Treno di Noè, con il titolo di opera d’arte mobile più lunga al mondo, è un tripudio di colori ed immagini, dovute all’entusiastico contributo di street artiste graffitari locali. Di città in città, di fermata in fermata, il treno ha potuto prendere gradualmente forma e colore, assumendo l’aspetto di un prodotto artistico tutto da ammirare.
È forse questo l’aspetto più incredibile e paradossale del progetto della Rail Freight Forward: artisti di strada e compagnie ferroviarie che lavorano fianco a fianco per un ambiente più pulito.
Federica G.