Il Mori Building Digital Art Museum, museo unico al mondo nel suo genere, è situato nell’isola artificiale di Odaiba, città teleporto e nucleo futuristico di Tokyo.
Diecimila metri quadri di spazi, quattrocentosettanta proiettori e cinquanta installazioni disposte in cinque grandi sale a disposizione del visitatore. Un’esperienza immersiva a tutto tondo. L’espressione artistica non ha limiti poiché non si parla più di supporti materiali per mezzo dei quali l’arte comunica con lo spettatore. Il flusso è continuo, le videoproiezioni mutano e si sovrappongono le une alle altre passando di sala in sala, uscendo fuori dal comune spazio museale. Arte e tecnologia simulano la natura e, come la natura, le proiezioni cambiano a seconda delle stagioni, rendendo ogni esperienza del visitatore unica.
Il museo è frutto di una forte componente creativa, nata dalla collaborazione tra il collettivo giapponese TeamLab, specializzato nella realizzazione di ambienti immaginifici, e Mori Building, l’azienda che si occupa dello sviluppo urbano all’interno della città di Tokyo.
Scordiamoci del luogo in cui l’artista lavora singolarmente per la realizzazione delle proprie opere: il collettivo Teamlab è composto da programmatori, ingegneri e architetti, ognuno con il suo ruolo, al fine di realizzare ambienti dal forte impatto emotivo. L’idea, come sottolinea Takashi Kudo, responsabile della comunicazione di Teamlab, è far comprendere che l’arte non ha confini e che digitalizzando lo spazio si può agire sulle relazioni che intercorrono fra le persone all’interno di esso, così che i visitatori diventino parte integrante dell’opera d’arte.
Lorenzo Hasan, giovane turista americano presso il Museo d’arte digitale di Tokyo ha condiviso la sua esperienza in questo video.
Marta C.
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