C’era una volta il mercato rionale

C’era una volta il mercato rionale. C’era una volta la nonna che ci portava i nipoti a comprare qualche giocattolo mentre faceva un po’ di spesa per la cena, senza dimenticare di comprare anche il pile elettrostatico di due taglie troppo grande – è per la crescita. C’era una volta il cuoco, che andava a cercare le verdure e la frutta più preziosa. C’era quel papà che proprio non ne aveva voglia di stare in mezzo a quel caos, ma accompagnava lo stesso sua moglie mentre inseguiva i figli che correvano verso il banco delle caramelle. C’era il banco del pesce fresco, quello della carne, dei formaggi e dei salumi; c’era quello dei dischi e dei dvd, delle pentole e degli elettrodomestici. C’era, ma soprattutto c’è ancora, tanto.

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Questo ‘tanto’, tuttavia, non arriva sempre nelle case di chi bazzica per il mercato. Capita che una mela si ammacchi, dell’insalata appassisca un poco, a un pesce non luccichino più gli occhi o che rimanga del formaggio fresco invenduto. Non arriveranno al prossimo mercato. Finirà tutto accatastato in attesa dell’AMSA, mentre qualche senzatetto rovista speranzoso in questi ingiusti scarti.

Qualcuno decide che è ora di cambiare. Nel novembre del 2014 inizia a prendere forma Recup, progetto che vuole contrastare lo spreco alimentare e l’esclusione sociale. In poche parole: a fine mercato un gruppo di volontari, aiutati anche da indigenti, recupera il cibo dai commercianti che decidono di donare i prodotti che scarterebbero, lo si divide tra buono e non, lo si redistribuisce a chiunque voglia prenderlo – a chi ne ha bisogno. Recup diventa Associazione di Promozione Sociale nel 2016, formalizzandosi per essere ufficialmente riconosciuti e poter avviare collaborazioni con il Comune, il servizio di raccolta dei rifiuti, le scuole e le altre organizzazioni solidali e no-profit. In breve tempo ampliano il loro raggio d’azione, con l’obiettivo di riuscire a coprire un mercato per ogni giorno della settimana, creando una vera rete cittadina solidale. Recup ci spiega il passaggio da un valore economico perso a un nuovo valore sociale. Un concetto, oggi più che mai, di vitale importanza.

Giacomo

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