Allianz Stadium – Alessandro Innocenti (dal contest di Scrittura Creativa ’25)

Aveva sempre sognato di vedere una partita della sua squadra del cuore, perché diciamolo, nonostante sia nato a Firenze, il ragazzo tifa Juve! 

Firenze-Torino una distanza per lui impossibile, distanze e età da piccoli si vedono enormi ,quando arriva una telefonata a suo babbo dove si offrono due biglietti in tribuna e Alessandro sta per ricevere la sorpresa più bella della sua vita. 

Il calcio, il pallone, le partite, non parla d’altro, si allena sempre con entusiasmo pur sapendo di non avere un futuro da calciatore. 

Torniamo alla sorpresa, Alessandro ricorda ancora il giorno e l’ora in cui il babbo gli dà una busta bianca con dentro i biglietti, era Ottobre,un venerdì, lo ricorda bene perché era la settimana della fiera a Scandicci, paese dove vive, racconta il babbo nei vari pranzi di famiglia, che ha chiuso gli occhi e per un secondo è come svenuto. 

La mamma preoccupata per il viaggio aveva fatto mille raccomandazioni al babbo, se fosse stato freddo, se fosse stato caldo, se avessero avuto fame e ancora una serie di cose a cui pensare se fosse finito il mondo. 

Il mondo non finì, Alessandro salì in macchina direzione Torino con un sorriso che gli girava tutta la faccia, si era preparato tutti i cd preferiti da ascoltare e così fece, ripercorrendo con il babbo tutta la storia della Juventus dalla fondazione a quel momento, il suo momento. Lo stadio lo ricorda ancora come una struttura gigante, che non aveva mai visto, neanche a New York o a Londra, le bancarelle di cibo, di gadget e un fiume in piena di gente. L’odore, Alessandro sentiva e sente ancora, così racconta ai suoi amici, l’odore di quei meravigliosi panini farciti di tutte le cose che sua mamma cercava di non dargli. L’odore delle castagne arrostite, maremma santa anche quelle gli facevano gola. 

E poi era arrivato il momento di entrare e gli tremavano le gambe, per la mano al babbo cercava di stare concentrato su dove metteva i piedi e finalmente, eccolo, immenso, davanti ai suoi occhi lo stadio. Si sentiva minuscolo e forse lo era pure,ma non poteva credere ai suoi occhi di quanta gente fosse lì come lui per tifare la sua squadra del cuore. 

I cori, i goals, le bibite gassate, tutte cose da grandi, gli diceva il babbo. 

Alessandro era talmente stanco che il ritorno l’ha dormito tutto, anche se aveva promesso al babbo di tenergli compagnia; si è svegliato la mattina dopo che abbracciava la sciarpa bianco nera e cercava di ripercorrere la serata per capire se fosse stato un sogno o realtà. La seconda, per fortuna.