Spettiniamo l’Italia

«Se per caso cadesse il mondo io mi sposto un po’ più in là / Sono un cuore vagabondo che di regole non ne ha / La mia vita è una roulette i miei numeri tu li sai / Il mio corpo è una moquette dove tu ti addormenterai»

Raffa in the Sky è un’opera lirica ispirata alla figura di Raffaella Carrà, cantante, ballerina, attrice e conduttrice televisiva italiana, conosciuta anche nel panorama internazionale, soprattutto nella televisione spagnola e latino americana. Durante gli anni Settanta e Ottanta sostiene la libertà sessuale delle donne nella televisione e nell’industria musicale. Raffa in the Sky non è una biografia della conduttrice televisiva, bensì un inno alla sua carriera artistica, alla sua figura visionaria e femminista, anticonvenzionale per i dettami della società italiana dell’epoca.

«Ma girando la mia terra io mi sono convinta che / Non c’è odio non c’è guerra quando a letto l’amore c’è»

L’ambientazione dello spettacolo è surreale: l’introduzione si svolge su Arcadia, il pianeta dell’Arte, situato dietro la Luna. Il suo re è Apollo XI, nome non causale poiché secondo la mitologia greca Apollo è il Dio del Sole e della Musica. Da Arcadia, ogni anno, sono inviati sul pianeta Terra degli spiriti, ovvero gli artisti. La questione è questa: tutti gli artisti inviati inviati sono sempre stati maschi, ma per la prima volta viene mandato uno spirito donna, che prenderà il nome di Raffaella Carrà, nome dato dall’incrocio di due artisti: Raffaello Sanzio e Carlo Carrà. Una volta arrivata sul pianeta Terra, Raffaella si innamora degli esseri umani, capisce che questi hanno estremo bisogno del suo aiuto, della sua energia e della sua grinta.

La narrazione prosegue con le vicende della “vera” Raffaella Carrà, dall’inizio del suo lavoro nella televisione italiana, passando per il soggiorno in Spagna e arrivando fino al successo internazionale. Parallelamente si segue la storia di una classica famiglia italiana del panorama italiano degli anni Settanta: il marito sempre al lavoro perché deve portare i soldi a casa e la moglie casalinga che deve prendersi cura del figlio. Il contrasto tra queste scene è forte: da un lato una donna libera e indipendente, con il pieno controllo sulla propria vita e che riesce a realizzare i suoi sogni; dall’altro lato una donna costretta a rinunciare alle sue ambizioni per conformarsi alla società.

«E se ti lascia lo sai che si fa? / Trovi un altro più bello che problemi non ha»

Gli anni Settanta e Ottanta sono noti per la loro rivoluzione nel panorama del femminismo italiano. Raffaella Carrà è considerata come colei che incarna questi ideali rivoluzionari. Quando nel 1970 Carrà porta sul palco una nuova immagine di Show Girl, scattante e moderna, è possibile divorziare per la prima volta.

Nel 1971 Raffaella Carrà appare in televisione mostrando l’ombelico sulle note del Tuca Tuca, censurato poi dalla Rai perché sia il ballo che la visione di un ombelico erano considerati troppo provocatori. Dopo l’esibizione assieme ad Alberto Sordi, il ballo supera ogni polemica di finto perbenismo, fino a diventare un vero e proprio fenomeno – una moda! – nazionale.

«Le ragazze d’estate già giravano così, con la pancia scoperta e i pantaloni lunghi. Io non mi sono fatta problemi a farlo vedere in tv. Ero Libera»

«Cosa ci trovassero di tanto straordinario nel mio ombelico, ci ha pensato mia madre a svelarlo: “Piace perché è un ombelico alla bolognese”».

Marta Federico

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