Torba – parte seconda

«Quali novità oggi, Torba?» mi chiede Ututh una sera, dopo una giornata particolare. «Ah! Questa te la devo raccontare: ti è mai capitato di incontrare qualcuno di così illuminante da darti una prospettiva tutta nuova della vita?»

«Cosa intendi?»

«Qualcuno che ti fa dire: Ohhhhh. Sbalorditivo. Qualcuno che ti porti la rivoluzione.»

«Non penso, no! Credo proprio che me ne ricorderei

«Ecco. Oggi mi è capitato! E vuoi sapere la novità? Me ne vado!»

A quel punto, gli occhi gialli di Ututh si sono riempiti di stupore e, agitato, ha preso a zampettare avanti e indietro sulla ringhiera. 

«Co…Come sarebbe a dire? Spiegati meglio!»

«Calma! Allora: oggi, nel flusso di passanti distratti, è arrivato un trio particolare. Lei intanto mi ha fatto un sacco di complimenti, roba che non sento proprio tutti i giorni e non ha avuto la minima esitazione ad attraversarmi. Sai quanto mi infastidiscano tutti quei reggerà? e è stato bello! Con lei c’erano due ragazzi – un vero spasso – e soffrivano di vertigini, ma avresti dovuto vedere con che coraggio sono passati. La loro amica all’improvviso ha detto: E se questa scala si staccasse?

Non con timore, ma come se fosse un’alternativa divertente.»

«Immagino come l’avranno presa gli altri due»

«Oh, erano terrorizzati all’idea. Ma io sono rimasta – come direste voi – a bocca aperta. Credo che fino ad ora mi sia sempre mancata l’immaginazione di cosa avrei potuto fare. È bastata una semplice ipotesi, per cambiare tutto»

«D’altronde, è da tutti i “e se…” che nascono le storie migliori» – mi ha risposto Ututh, sorprendendomi – come, non sei contrariato? Nessun saggio e moderato consiglio da darmi?» Ututh ha arruffato le penne, gonfiandole intorno al collo, poi con una leggera spinta si è alzato in volo e mi ha guardata indispettito.

«Torba, che considerazione hai di me come amico? Quante volte ho patito in silenzio, sentendoti triste e annoiata. Quante volte ho desiderato vivere un’avventura insieme.»

«Scusami, Ututh. Hai ragione. Ho anche una grande paura.

«Andiamo, Torba. Sono qui con te».

Ho preso un respiro profondo. Le parole dell’incontro hanno continuato a risuonarmi come vibrazioni, raggiungendo i perni incastrati nella parete rocciosa. Tirando, lenta e titubante, ho iniziato a staccarmi. Facevo meno fatica del previsto. Sembrava che la montagna stessa volesse lasciarmi andare. Questo mi ha dato coraggio. Ho scoperto di poter fare quel che volevo con il mio corpo ingombrante. Ho modellato ogni mia parte ferrosa, creandomi quattro pilastri di appoggio, un corpo centrale, una lunga coda e un collo altrettanto lungo sormontato da una testa rettangolare. Ogni movimento era accompagnato da cigolii assordanti, tanto da svegliare gli abitanti del bosco, che subito sono accorsi sul sentiero per assistere alla mia trasformazione. C’erano tutti.

«Alla fine ce l’ha fatta, eh?»

«Ha guardato tanto a lungo in là. Ora può raggiungerlo»

«Sarà lei a raccontarci storie dal mondo»

«Ciao Torba, torna a trovarci»

«Ci mancherai!»

Il mio cuore è scoppiato di gioia, amore e gratitudine. Li ho salutati con una sinfonia di viti e bulloni, poi ho cercato Ututh che, felice, volteggiava sopra di me, si tuffava in picchiate ardite e risaliva girando attorno al mio corpo gigantesco come a prenderne le misure. Lo sai cosa sembri? mi ha detto, planando verso la mia testa. Sembri uno di quei dinosauri con il collo lungo, solo fatta di ferro, a gradini e addirittura ancora più enorme! Come sapevi di poterti modificare così tanto?

«Non lo sapevo. Quei perni mi tenevano bloccata ma, una volta libera, ho capito. Certo, mi sento molto indolenzita”, gli ho detto, saggiando una dopo l’altra la sensibilità di quelle che erano diventate le mie zampe.»

«Avrai tempo! Qual è, quindi, la prima cosa che vuoi fare?»

Davanti a me si è aperto un panorama mozzafiato. Per quanto vedessi il lago tutti i giorni, la certezza di poterlo finalmente raggiungere faceva tremare ogni mio elemento metallico. Ho percepito la vita schiudersi davanti a me, piena di possibilità.»

«Voglio sentire l’acqua del lago.»

«Andiamo, allora.»

«Ututh, sono felice che tu sia con me.»

«Chissà come ci resteranno gli umani a non avere più la loro scala!»

«Oh, faranno un gran baccano.»

«Ma noi ne faremo di più. Tu, di sicuro!»

«E tutti si gireranno a guardarci

Giulia Badano

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