Silenziosamente costruire

Non ho mai avuto molte occasioni per “mettermi a creare”. Alle elementari facevo i lavoretti per Natale, in primavera e a fine anno, con la maestra Idillia che con tanta pazienza ci faceva ritagliare, incollare, colorare. Alcuni di questi li appendiamo ancora a casa quando decoriamo la casa nel periodo natalizio. Poi ho smesso. Negli anni poi ho scelto le parole, mi sono ritrovata a creare diversamente, in particolare con le idee, e ho scoperto che in fondo anche questo fa di me una persona creativa.

Mi hanno chiesto che cosa volessi per la laurea e, dopo anni passati a pensare e a scrivere, ho realizzato che mi sarebbe piaciuto sperimentare uscendo da ambienti che già conoscevo. «Regalatemi esperienze!», ho detto, probabilmente mettendo tutti quanti più in crisi del dovuto. Devo dire che unendo le forze si sono tutti superati: che emozione è stata averli attorno per festeggiare e che bello è aver costruito questi legami, queste presenze, questo tutto.

Così un martedì sono entrata da Pottery Lab, un laboratorio di ceramica a Torino, nel cuore di San Salvario. Vasi, tazze, piatti, orecchini, colori. Tante fantasie che portavano, come ha fatto notare un’elegante signora entrando, «finalmente un po’ di vita al grigiume di Torino». Non so se Torino sia effettivamente così, la vivo da sempre e ne rimango comunque affascinata ogni volta, grigio o non grigio. Però quella mattina anche per me quel laboratorio era davvero pieno di luce. Forse perché era qualcosa di cui sentivo il bisogno.

Pottery Lab è un’associazione che si propone di diffondere e promuovere l’arte e in particolar modo la cultura della ceramica attraverso diverse tecniche. Nasce nel 2016, fondato dalla maestra ceramista Romana Pavan. Adesso la scuola è portata avanti da alcune sue ex allieve, Roberta Dalpasso, Rosa Ungolo, Diletta Lo Guzzo ed Erica Sidoli.

Il laboratorio vuole essere un luogo d’incontro per artisti appassionati e per curiosi. Ospita numerosi eventi e gruppi che vogliono sperimentare materiali e tecniche nuove, proponendosi così come luogo di aggregazione. Ogni mese tra l’altro ci sono, oltre alle normali lezioni, gli aperipottery e i potterycrea.

Alla fine delle lezioni mi sono ritrovata con alcuni oggetti in mano: quattro incontri dove per due ore ho smesso di pensare “al di fuori”, concentratissima “sul mio dentro”, modellando e asciugando argilla molliccia, lavorando con punteruoli e pennelli e decorando superfici. Ho scoperto che lavorare la ceramica è anche per gli imprecisi e le imprecise come me: è questo il bello, non occorre essere perfetti al primo colpo, l’argilla è modellabile. Anzi, modellare significa proprio intervenire più volte in punti simili, soffermandosi su azioni già compiute, osservando spazi che prima non erano stati visti.

A Torino c’è un laboratorio dove si lavora e si modella la ceramica, immergendosi in una bolla di colori e fantasie.

Alzo la testa dalla postazione e osservo quello che ho creato. Tornando a casa penso al prossimo oggetto da realizzare: quanto grande, quale forma, che colori, per chi.

Marta Schiavone

© Credit immagini: courtesy of Marta Schiavone

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.