Donne, si va in scena: dalle tragedie greche alle stand-up comedy

Attrici sì, ma solo su carta: dalla tragedia greca all’età shakespeariana 

Nel rapportarsi al campo della recitazione, le donne hanno incontrato molti ostacoli. 

Nell’Antica Grecia essere attrice era sinonimo di donna dai facili costumi e proprio nelle grandi tragedie greche è possibile notare il ruolo contraddittorio attribuito alle donne rispetto alla posizione che godevano nella vita reale.
Pensiamo ai personaggi di Medea o di Fedra nelle opere di Euripide: queste donne sono guerriere, sfidano la sorte e gli dei, scatenano guerre e si ribellano al volere dei padri. Eppure le donne di quei tempi non erano incluse nella vita sociale ed erano relegate in casa o nel gineceo: nemmeno potevano assistere alle esibizioni. 

Nell’Antica Roma le donne avevano acquistato il diritto di esibirsi, ma solo nei mimi – in cui non era presente una vera e propria trama – e potevano assistere a questi spettacoli. Tuttavia la loro partecipazione, seppur minima, continuava ad essere mal vista. Un esempio rilevante è Teodora, imperatrice di Bisanzio, Impero Romano d’Oriente: durante la sua adolescenza si diede al teatro e questo la portò a essere spesso descritta come una prostituta.

Spostandosi avanti nel tempo, non basta nemmeno arrivare all’età shakespeariana per portare le donne sul palcoscenico. 
Virginia Woolf nella sua celebre opera Una stanza tutta per sé tramite il personaggio inventato di Judith Shakespeare, ipotetica sorella di William Shakespeare, spiega cosa voleva dire per una donna dell’epoca volersi dedicare al teatro

«Immaginiamo, giacché ci riesce così difficile conoscere la realtà, cosa sarebbe successo se Shakespeare avesse avuto una sorella, poniamo chiamata Judith, meravigliosamente dotata. Shakespeare studiò alla Grammar School; gli avranno insegnato il latino – Ovidio, Virgilio e Orazio – e qualche elemento di grammatica e di logica. Intanto sua sorella, così dotata, rimaneva probabilmente in casa. Lei non era meno avventurosa, piena d’immaginazione e desiderosa di conoscere il mondo di quanto non lo fosse suo fratello. Ma non aveva studiato […] una sera d’estate Judith fece un fagotto con le sue cose, scese dalla finestra e prese la strada di Londra. Bussò alla porta degli attori: voleva recitare, disse. Gli uomini le risero in faccia. L’amministratore proruppe in una gran risata. Disse qualcosa sui cani ballerini e sulle donne che volevano recitare: nessuna donna, disse, poteva essere attrice […] infine, Nick Greene, l’attore-regista, ebbe pietà di lei: Judith si ritrovò incinta di questo signore e pertanto si uccise, una notte d’inverno, e venne sepolta a un incrocio, là dove ora si fermano gli autobus, presso Elephant and Castle. Così, più o meno, sarebbe andata la storia, credo, se ai tempi di Shakespeare una donna avesse avuto il genio di Shakespeare».

Luce in fondo al tunnel: una risata femminile

Nel XVI secolo nasce in Italia una nuova forma di spettacolo, la commedia dell’arte, dove si introduce un elemento rivoluzionario: la possibilità per le donne di apparire negli spettacoli, nei due ruoli standard della principessa innamorata di un umile ragazzo o di una serva. La prima donna documentata a recitare in questa nuova forma di spettacolo è Lucrezia di Siena.

A cavallo tra Ottocento e Novecento, una donna che riuscì a rompere i tradizionali schemi teatrali del periodo fu Eleonora Duse. Il suo modo di recitare si basava sull’istinto, sull’improvvisazione: si muoveva lungo il palcoscenico, gesticolava, poi si sedeva e iniziava a parlare. Nelle scene dove doveva esprimere forte dolore, si aggrappava alle tende del sipario e piangeva disperatamente. Inoltre metteva le mani sui fianchi, atteggiamento considerato provocatorio e non disdegnava il colore viola nell’abbigliamento, colore che doveva essere abolito per chi lavorava nel mondo dello spettacolo. Grazie a questi suoi atteggiamenti, riuscì a recitare anche fuori dall’Italia e quando il pubblico non comprendeva le sue parole, riusciva comunque a cogliere ciò che voleva esprimere. A tal proposito il drammaturgo russo Anton Čechov scrive di lei:

«Ho proprio ora visto l’attrice italiana Duse in Cleopatra di Shakespeare. Non conosco l’italiano, ma ella ha recitato così bene che mi sembrava di comprendere ogni parola; che attrice meravigliosa!» 

Dalla visione europea ci spostiamo nel panorama americano: agli inizi del Ventesimo Secolo nascono a New York i primi nightclub, chiamati anche Cabaret, frequentati da clienti interessati alla vita notturna. L’intimità dei nightclub aiuta gli artisti a esprimere la loro personalità: per avere successo devono essere in grado di manipolare i desideri del pubblico e instaurare una relazione con esso. 
Una delle figure femminili più importanti che emerse in questi luoghi fu Sophie Tucker. Avendo notato che le battute a sfondo sessuale erano quelle che riscuotevano più successo, tramite le sue canzoni – un misto di comicità e contenuti osceni che parlavano di sessualità – riuscì a evitare quella tensione e quell’imbarazzo che questi argomenti portavano e ad acquistare notorietà. Tucker era in grado di mettere in luce i desideri più intimi del suo pubblico: partendo da episodi della vita quotidiana metteva in discussione gli usi e i costumi del suo tempo, anticipando le battute a sfondo sessuale. 

Questo tipo di comicità è arrivata fino a noi in quelle che oggi chiamiamo stand-up comedy
Esempio conosciuto sono le performance di Laura Formenti: ricordiamo in modo particolare il suo monologo nel programma televisivo Italia’s Got Talent, un cui si interroga su come sia essere uomo. La sua passione per la recitazione è diventata la sua vita, come esprime molto bene in questa sua affermazione

«Spesso nei film, nelle storie, c’è la svolta. Arriva il principe azzurro a salvarci, farà qualcosa, invece nella realtà non è così. La forza me la sono data da sola perché amavo il teatro e sentivo che volevo fare questo. Non avevo un piano B, non ho mai pensato di poter fare un altro lavoro e credo che questo mi abbia aiutato tanto» 

Marta Federico

© Credit immagini: link

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.