Affrontare il tema della salute mentale non è cosa facile nella nostra società: è ancora un ambito oscuro e considerato un tabù, come conferma la tragica fine del Bonus Psicologo ‘sbianchettato’ nel testo finale della legge di bilancio 2022.
Immaginiamo ora di prendere un aereo e di atterrare a Tokyo: ecco che l’argomento risulterebbe addirittura offensivo. Questo perché la cultura giapponese – tra numerose contrastanti peculiarità – fa del riserbo un valore supremo, così la sfera intima difficilmente può essere valicata da un estraneo anche se specialista del settore.
Cosa dire dei musicisti e più in generale degli artisti, che fanno delle emozioni la loro primaria spinta creativa?
Di recente un membro della band sud-coreana BTS, ha affermato che l’ansia e il dolore sono una necessaria fonte di creatività. La salute mentale degli artisti risulta essere più fragile di quello che si pensi, in special modo considerando gli ultimi due anni di pandemia.

Dal paese del Sol Levante giungono però segnali incoraggianti: la casa discografica Sony, chiedendo supporto a due massimi esperti di counseling aziendale, Yuri Ishii e Masahiko Teshima, ha avviato B-side, un programma di sostegno psicologico per gli artisti scritturati di qualunque età.
La necessità si è manifestata a seguito del periodo di stop forzato – che in Giappone è stato particolarmente serrato – a causa della pandemia, che ha portato a diversi suicidi di giovani musicisti. L’etichetta ha preso una decisione storica, non limitandosi al progetto di sostegno ma creando veri e propri piani di sensibilizzazione del pubblico, un fattore determinante per la vita di un artista.
La speranza riposta in un ‘cambiamento junghiano’ della considerazione sociale delle psicopatologie emerge dalle dichiarazioni di Masahiko Teshima, che commenta così le critiche ricevute da membri del governo del premier Kishida:
«La società giapponese ha scarsa conoscenza del tema e questo porta a pregiudizi diffusi, ma confido nel potenziale della musica e dell’arte come spunto e principio di un radicale cambiamento sul tema».
Edoardo Sasso